Gli industriali a governo e Ars | "Conti in rosso? Ecco cosa fare" - Live Sicilia

Gli industriali a governo e Ars | “Conti in rosso? Ecco cosa fare”

Alessandro Albanese: "Partecipate, burocrazia, leggi: bisogna invertire la rotta".

SICINDUSTRIA SICILIA
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PALERMO – Il presidente Nello Musumeci è stato chiaro: nelle casse della Regione Siciliana mancano all’appello 400 milioni, certificati dalla Corte dei Conti. Il disavanzo accumulato, in totale, è di 7,3 miliardi di euro e costringe a una ‘trasparenza obbligata’: la coperta è corta e i tagli agli sprechi saranno necessari, mentre le spese sono bloccate fino alla parifica del rendiconto. Ma dove intervenire? Il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese, si rivolge al governo regionale e all’Ars, e suggerisce i possibili interventi per invertire la rotta senza spesa pubblica.

Il primo capitolo riguarda le partecipate pubbliche. “In Sicilia, sfido chiunque a smentirmi, l’impresa manifatturiera è messa all’angolo da una economia drogata da una ‘pseudo impresa pubblica’ – afferma Albanese – che dell’impresa non ha nulla e del pubblico ha tutte le storture. L’economia è fatta di numeri, di efficienza, di mercato. Una impresa normale se non fa quadrare i conti è costretta a portare i libri in tribunale; l’impresa guidata dalla politica che non fa quadrare i conti chiede altri soldi ai cittadini. È un modello malato – prosegue –, che non funziona: assorbe cassa dalle famiglie, preleva anche da finanziamenti pubblici e, nonostante la miliardaria somma ‘gestita’ ogni anno, non riesce ad assicurare servizi adeguati. Anzi. Finora si è privilegiata una economia clientelare a una economia reale e i risultati li stiamo pagando tutti in termini di povertà diffusa della regione, di mancanza di competitività, ma soprattutto, e questo è il prezzo più alto, di fuga dei nostri ragazzi”.

Ma non è solo una questione di tagli. Sullo sfondo, ma nemmeno tanto, l’antica questione delle leggi, delle norme ingarbugliate, della burocrazia lenta. “Oggi in Sicilia ci si trova a fare i conti con norme di difficile interpretazione – dice infatti Albanese – con continue modifiche e richiami a norme precedenti e contraddittorie e, spesso, anche a un disallineamento tra la normativa regionale e quella nazionale”. Per il vicepresidente di Sicindustria, una prima soluzione per attrarre gli investimenti sarebbe “il recepimento dinamico da parte della Regione siciliana delle più significative riforme nazionali”. Albanese lancia un appello anche sul piano della trasparenza: “Sicindustria lo ripete da tempo: si rendano pubblici, così come prevede la normativa anticorruzione, tutti gli elementi relativi ai rapporti commerciali con le pubbliche amministrazioni; si rendano tracciabili e trasparenti tutti gli iter autorizzativi, comprese le fasi intermedie; si eviti qualsiasi contatto tra dipendenti pubblici e imprenditori; si proceda solo per via telematica. Si può fare e sin da subito”.

C’è poi il nodo delle aree industriali. “Versano oggi in uno stato di assoluto degrado – commenta Albanese – con una oggettiva problematica relativa alla governance e che occorre invece fare ripartire. L’Irsap (Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive), infatti, ha manifestato limiti strutturali importanti e non è più possibile rinviarne una riforma”.

“Credo che sia il momento per voltare pagina. Ma per riuscirci è necessario un atto di responsabilità della politica tutta”, sostiene Alessandro Albanese. Poi si rivolge anche all’Assemblea regionale siciliana: “Il governo da solo può fare poco se poi il Parlamento non approva le leggi. Chiediamo quindi agli attori istituzionali di accantonare barriere ideologiche o semplici ripicche per trasformare un momento di difficoltà in una opportunità per tutta la Sicilia – conclude – affinché finalmente si gettino le basi per un futuro fatto non da debiti da lasciare in eredità ma da risorse da redistribuire nel territorio”.


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