PALERMO – Dice di essersi “fatto da solo” e di avere rispettato le regole in tutta la sua carriera. Respinge al mittente le accuse della Procura di Firenze per le quali il tribunale del Riesame ha in gran parte annullato il sequestro di fine settembre. E poi annuncia: “Nominerò un amministratore del Nord e lascerò le mie aziende”. Andrea Bulgarella, l’imprenditore trapanese finito al centro dell’inchiesta dei magistrati toscani per i supposti rapporti con la mafia di Matteo Messina Denaro, parla a tutto campo in una lunga intervista rilasciata al mensile “S” passando in rassegna tutti gli argomenti citati dall’inchiesta fiorentina: dal latitante di Castelvetrano a Vincenzo Virga, dalle vicende della Calcestruzzi Valderice ai rapporti con i pentiti Angelo Siino e Giuseppe Messina. Con un’affermazione di base: “Non ho mai conosciuto nessun mafioso”.
Bulgarella è finito nel mirino della Procura di Firenze con l’accusa di autoriciclaggio. L’imprenditore, però, è pronto a giurare che i soldi investiti in Toscana non hanno provenienza illecita: “Per quasi tutti i lavori che faccio – spiega – c’è un mutuo dietro. Ci sono mutui, ci sono soldi che ho guadagnato nel tempo. Ci sono sacrifici, tante origini. Ad esempio ci sono i miei orologi che ho venduto due anni fa. Questi temi sono stati oggetto della pronuncia del tribunale del Riesame”. Il Riesame, infatti, ha annullato quasi tutti i decreti di perquisizione scattati all’inizio di ottobre, lasciando fuori una sola vicenda, una presunta appropriazione indebita nell’ambito del complesso rapporto fra l’imprenditore e un istituto di credito toscano, la Banca di Cascina.
Nell’intervista, fra i numerosi altri temi, Bulgarella si sofferma sulla Calcestruzzi Valderice, da lui fondata e presieduta negli anni Ottanta e poi, al termine di una lunga vicenda passata dallo scioglimento della società e dalla nomina di un commissario, acquisita dalla Calcestruzzi Ericina di Vincenzo Virga negli anni Novanta. Un’operazione che il costruttore trapanese trapiantato in Toscana dice di non aver gestito in alcun modo: “Io – si legge nell’intervista pubblicata da ‘S’ – sono stato presidente della Calcestruzzi Valderice dal 1980 al 1984-1985, poi non ho più seguito niente. Poi, negli anni Novanta, la società si è sciolta ed è stato nominato un commissario. L’hanno venduta non so a chi, non ho più seguito completamente”
L’imprenditore, adesso, si dice amareggiato. “Questa vicenda – afferma in uno dei passaggi della lunga intervista – mi ha fatto veramente male, mi hanno distrutto. Darò l’azienda ai miei dipendenti. Nominerò un amministratore del Nord. Io non posso più lavorare. Un siciliano che vuole rispettare le regole non può più lavorare”. Perché, secondo Bulgarella, “gli uomini di Angelo Siino sono ancora nel territorio: lavorano, fanno affari con lo Stato. Lo Stato si sta vendendo a questa antimafia finta. Io ho deciso di non lavorare più. Io ero un sognatore, oggi non sogno più”.
Il costruttore trapanese, finito nel mirino della Procura di Firenze, rilascia una lunga intervista al mensile: "Non conosco mafiosi, mai commessi atti illegali". E annuncia: "Lascerò le mie imprese".
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