Una vera e propria stangata sta per colpire le tasche degli automobilisti italiani. Dal primo gennaio 2019 entrerà infatti in vigore la cosiddetta “ecotassa”, una sorta di disincentivo che andrà a tassare le immatricolazioni delle auto più inquinanti. La misura sarà parte integrante della nuova manovra finanziaria ed è stata annunciata dal sottosegretario ai Trasporti, Michele Dell’Orco e da quello allo Sviluppo Economico, Davide Crippa.
L’acquisto e la conseguente immatricolazione di un’auto costerà a un cittadino italiano un importo compreso fra i 150 e i 3mila euro. L’imposta verrà calcolata sulle quantità di Co2 mediamente emesse, superando i 110 grammi/km. Si consideri – ad esempio – che su una Fiat Panda 1.2, fra le vetture non ibride con il più basso tasso di inquinamento, peserebbe un’imposta compresa fra i 400 e i 1000 euro.
Per contro, il governo ha previsto un bonus dedicato a tutti coloro che decideranno di comprare veicolo a emissioni che vanno dallo 0 ai 90 grammi/Km di Co2. Per loro, lo sconto si aggirerà fra i 1.500 e seimila euro.
La novità non sembra però piacere per niente ai sindacati che si sono già espressi negativamente a riguardo. Sul piede di guerra sia Fim Fiom, Uilm e Federauto, sia le associazioni dei metalmeccanici e dei concessionari. Ma l’ecotassa è destinata a portare scompiglio anche fra la stessa maggioranza. Se la proposta è stata avanzata dagli esponenti del M5S, di opinione assai diversa è la Lega. Intervistato a Radio anch’io, il vice premier Matteo Salvini non ha usato mezze misure: “Sono assolutamente contrario a ogni ipotesi di nuova tassa su un bene in Italia già iper tassato come l’auto. Ottimo il bonus per chi vuole cambiare ma non credo che ci sia qualcuno che ha un euro3 diesel per il gusto di avere una macchina vecchia. Ce l’ha perché non ha soldi per comprarsi una macchina nuova “.