PALERMO – È tutto pronto per il piano della cooperativa dei lavoratori predisposto da Comune di Palermo, Legacoop e Confcooperative per salvare il punto vendita Grande Migliore di viale Regione Siciliana e garantire un futuro a decine di lavoratori. Il progetto è stato messo a punto e siglato da tutte le parti in causa, compresi i sindacati, che non hanno tuttavia mancato di esprimere qualche perplessità sull’effettiva riuscita del piano che adesso dovrà passare al vaglio del consiglio comunale del capoluogo e del commissario straordinario che si sta occupando della messa in liquidazione del gruppo Migliore.
Il progetto della cooperativa passa innanzitutto dai fondi per la mobilità e per gli ammortizzatori sociali, che ciascuno dei dipendenti potrebbe ricevere anche in un’unica soluzione, in modo da avere a disposizione capitale fresco da investire nella cooperativa.
Ciascuno dei dipendenti garantirà una quota oscillante tra i 20 e i 25 mila euro. A questi soldi si aggiungerà un finanziamento della Compagnia Finanziaria Industriale (Cfi), uno strumento pubblico di sostegno alle cooperative di ex dipendenti. La Cif raddoppierà le quote versate, per arrivare così a un capitale iniziale di 4-5 milioni di euro. Il Comune resterà al fianco della cooperativa per tutta la fase di start-up, e dunque almeno un triennio, con i suoi manager esperti di grande distribuzione, che lavoreranno a titolo gratuito.
Il capitale potrebbe ulteriormente crescere nel caso si aggiungano finanziatori privati. Il coordinatore del progetto Alessandro Sciortino spiega che “non tutti i negozi un tempo presenti continueranno a far parte del punto vendita di viale Regione Siciliana. Rispetto al Grande Migliore del 2009, anno in cui è partita la crisi del gruppo, quando si poteva contare su incassi di 140 milioni, nella fase progettuale le nostri previsioni ipotizzano incassi inferiori del 35%, quindi circa 44 milioni in meno. Questo anche al fatto che preferiamo tagliare alcuni settori un tempo strategici e puntare su quelli più sicuri. In questo modo verranno reimpiegati almeno 56 dipendenti full-time equivalenti. Il che significa o 56 dipendenti a tempo pieno o un numero maggiore ma con contratto part-time”.
La cooperativa mira inoltre all’acquisizione del punto vendita, al momento in affitto dai Bellavia. “È un ottimo piano d’impresa – dice Filippo Parrino, presidente di Legacoop Palermo –. Non credo che a Palermo ci sia un imprenditore privato con questa liquidità. Questa cooperativa può essere da esempio. Come Legacoop siamo a disposizione di questa e altre esperienze. Il brand Migliore ha ancora una forte attrattiva commerciale sui palermitani, è come se fosse un figlio della città, i cittadini ci chiedono di farlo tornare”.
L’assessore alle Attività Produttive Marco Di Marco apre alla possibilità che “i privati contribuiscano all’iniziativa. Questa cooperativa è a tutti gli effetti sul mercato con tutte le credenziali del caso. Anzi, questo è un modello che si può ripetere anche in altre situazioni. Mi riferisco alle tante vertenze che purtroppo esistono nel territorio palermitano. Penso alla Fiat dove per anni si è più parlato che pensato a progetti veri. Noi invece partiamo proprio dal progetto. Mi appello al consiglio comunale affinché velocizzi quanto più possibile la burocrazia e dunque la buona riuscita del piano. E al commissario liquidatore di Grande Migliore, con il quale finora il dialogo non è stato ottimale, sia per la distanza, dato che si trova a Roma, sia perché finora non ha dato risposte esaustive alla nostra richiesta di dati più precisi sulla situazione della società”.
Ed è proprio sulla fattibilità del progetto che si concentrano i maggiori dubbi dei sindacati. Per Mimma Calabrò della Fisascat Cisl “il piano non è del tutto esaustivo ed è ancora futuribile e migliorabile. È stato fatto un grande lavoro e valutiamo molto positivamente il contributo dell’Amministrazione. Ma a noi interessa il futuro dei lavoratori. E quindi vorrei lasciare aperta la possibilità di altri progetti o di altri finanziamenti privati che rilevino del tutto o in parte l’azienda. Anche perché quanti ex dipendenti possono garantire cifre simili? Forse solo i più anziani che hanno messo da parte i risparmi, difficilmente i più giovani. Per questo non vogliamo creare aspettative: non tutti i lavoratori potranno entrare in questo progetto”.
Sulla stessa linea anche Laura Di Martino della Filcam Cgil: “è fondamentale che vengano garantiti tutti i livelli occupazionali. Ma voglio comunque esprimere il nostro apprezzamento per tutte le parti in causa che si sono impegnate per risolvere la vertenza Migliore. Ora auspichiamo la realizzazione concreta del piano”. Presenti alla conferenza stampa anche una rappresentanza dei lavoratori, che si sono detti “entusiasti dell’idea, non vediamo l’ora di iniziare, anche domani”.