PALERMO – L’assessore ha cambiato idea. Prima ha dato il via libera all’investimento del nuovo centro Humanitas. Poi è tornata indietro sui suoi passi. Senza alcun fondato motivo. Per questo, il Tar ha censurato pesantemente il governo di Rosario Crocetta, annullando il decreto col quale Lucia Borsellino ha “stoppato” l’investimento della casa di cura catanese, e confermando gli atti emanati dallo stesso assessore “appena un mese prima”, scrivono i giudici amministrativi. E’ solo l’ultima delle pronunce della magistratura amministrativa che boccia pesantemente e sconfessa l’operato del governo regionale.
La sentenza è di due mesi fa. Depositata a ridosso del Natale era passata quasi inosservata. Ma mette a nudo, ancora una volta, le contraddizioni del governo regionale sul tema della Sanità. Dubbi sollevati già alla fine del 2013 dal nostro giornale con diverse inchieste. Punti oscuri confermati dai magistrati del Tar.
Nel 2010 la società di alta specializzazione “Humanitas” compra dei terreni a Misterbianco, nel Catanese. Lì dovrà sorgere una nuova struttura da 240 posti letto per la cura dei malati di cancro. Nel giugno del 2012, assessore ancora Massimo Russo, un progetto della Regione prevede una struttura da 184 posti. A quel punto, Humanitas avrebbe potuto risolvere il contratto. Ma non lo fa. Perché, si legge nella sentenza, nell’estate del 2013, “l’Assessore regionale della sanità aveva dato rassicurazioni circa la imminente formalizzazione di un impegno della Regione alla conversione di 70 posti letto da libero professionali in convenzionati”. Lucia Borsellino insomma rassicura Humanitas: quella conversione di posti letto consentirà alla società di contare su oltre 250 unità complessive. Con tanto di ulteriore budget milionario.
Le rassicurazioni dell’assessore, in effetti, trovano spazio nella delibera del 2 luglio, con la quale veniva “positivamente apprezzata la bozza di accordo con cui la Regione, a fronte degli impegni assunti da Humanitas e dei rilevanti interessi pubblici sottostanti alla realizzazione della struttura, si era impegnata a: convertire 70 posti letto da libero professionali a convenzionati (“accreditati e da contrattualizzare”); assegnare una ulteriore quota di budget parametrata alla produzione media regionale per posto letto entro il limite di € 10 milioni per anno”. Alla delibera segue la verifica della certificazione antimafia. Quindi, il 12 settembre 2013 l’assessore approvava l’accordo con un decreto (il numero 1681).
A quel punto, esplodono le polemiche. I giornali (Livesicilia in particolare) puntano il dito su quell’affare. (Leggi qui “Bugie e passi indietro, la telenovela Humanitas” del 14 novembre 2013 e qui “Il caso Humanitas e le piroette del governo”)
Così, a distanza di circa un mese, l’assessore Borsellino decide la marcia indietro: “Con decreto n.1915 del 15 ottobre 2013, non comunicato né pubblicato, – si legge nella sentenza – l’Assessore regionale della salute aveva revocato il precedente decreto assessoriale”. Una delibera di giunta del 6 novembre ritirerà la precedente: quella con la quale si era dato il via libera all’accordo. Una retromarcia scandita dagli errori. Sottolineati dal Tar in modo impietoso. Intanto, il governo ha violato l’obbligo di comunicazione dell’avvio del procedimento. Insomma, l’iter di revoca è partito nonostante Humanitas non ne fosse al corrente. E in questo modo non è stata data alla società la possibilità di “controbattere” o partecipare al procedimento, come prevede la legge.
Ma non solo. Nelle spiegazioni che l’assessorato fornisce per sostenere la scelta di revocare dopo appena un mese il primo decreto spunta la rimodulazione della rete ospedaliera che fissava nuovi parametri di posti letto per abitanti e la convinzione che quell’accordo non fosse vincolante, ma solo di natura “programmatica”. Entrambe le tesi sono state smontate dal Tar. Anche con una certa facilità, visto che, ad esempio, i “nuovi” parametri della rete ospedaliera erano noti già da tempo, molto prima della predisposizione dell’accordo. “Circostanze – scrive il Tar – che erano ben note alla Regione al momento della adozione del decreto n. 1681/2013 e che, pertanto, non integravano gli estremi dei ‘sopravvenuti motivi di pubblico interesse’ normativamente richiesti per revocare precedenti determinazioni o recedere da accordi già siglati”. Anche sul fatto che l’accordo fosse vincolante, il Tar non ha alcun dubbio, visto che la richiesta di certificazione antimafia, ad esempio, è richiesta proprio per la stipula di contratti pubblici. Così, governo bocciato su tutta la linea. Il Tar certifica il nuovo pasticcio, il nuovo fallimento della Sanità targata Crocetta-Borsellino.
“Se avesse un sussulto d’orgoglio, l’assessore Borsellino dovrebbe dimettersi subito”. Un invito tranchant appello arriva dai deputati del gruppo Lista Musumeci all’Ars (Gino Ioppolo, Santi Formica e Nello Musumeci). “La tegola Humanitas convinca l’assessore Borsellino che le dimissioni non si annunciano, si danno”, tuona il deputato Gino Ioppolo, componente della commissione Salute dell’Ars. “Mentre la sanità siciliana fa ogni giorno registrare vittime per responsabilità organizzative e di sistema – e dunque politiche – il Tar per la Sicilia affossa la contraddittoria linea difensiva del governo Crocetta, annullando la delibera della giunta regionale n. 365 del 6 novembre 2013 e altri atti emessi tutti nello stesso anno. La magistratura amministrativa riconosce valide le ragioni dell’Humanitas che, adesso chiederà anche il risarcimento dei danni subiti da una catena di atti pretestuosi e illegittimi”.
“La decisione del Tar Sicilia – commenta Ioppolo – della quale pur non potendo non esserne a conoscenza, l’assessore Borsellino non ha fatto cenno in aula nel suo intervento autodifensivo di mercoledì scorso, a seguito della morte della bambina catanese, contiene giudizi molto duri e severi nei confronti del rappresentante del governo e ne smonta la veridicità della linea difensiva: “Contrariamente a quanto sostenuto dall’Assessore, con l’accordo siglato il 5 settembre 2013 erano stati assunti impegni vincolanti, tant’è che era stata chiesta la documentazione antimafia, la quale è richiesta per la stipula dei contratti pubblici”.
“In definitiva, i giudici del Tar, nel risolvere affermativamente il quesito circa l’efficacia vincolante dell’accordo siglato tra l’assessore regionale della Salute e la società Humanitas, hanno platealmente sbugiardato, una volta di più, il governo Crocetta, approssimativo ed incompetente, condannato persino alle spese del giudizio”, sottolineano i deputati del gruppo Musumeci, che aggiungono: “Contrariamente a quanto sempre sostenuto, l’assessore Borsellino dovrà reperire almeno altri settanta posti letto da accreditare alla struttura privata Humanitas, ovviamente togliendoli a quelle pubbliche. Evviva la rivoluzione crocettiana! Tutto il governo dovrebbe dimettersi per quanto accaduto. Attendiamo che, almeno, la dottoressa Borsellino abbia il coraggio e la dignità di farlo”.