Chioschi: dal 1949| Catania è da bere - Live Sicilia

Chioschi: dal 1949| Catania è da bere

Le bollenti temperature di questi giorni stanno facendo registrare un’impennata del consumo di bibite, per la felicità delle aziende del beverage e dei sicilianissimi chioschi, luogo senza spazio e senza tempo appannaggio di locali e turisti.

LA SPECIALITà
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CATANIA – Sempre caro mi fu– disturbando Leopardi – il chiosco, fonte di ristoro nelle giornate di calura (e che calura) siciliana. Tra le differenti attività commerciali, quella del chiosco è ritenuta molto remunerativa soprattutto durante la stagione estiva; e da un mini sondaggio è emerso che l’apertura di un chiosco è un sogno ricorrente che ha origini nell’infanzia, la stagione dei sogni, appunto.

Correva l’anno 1949 quando nacque la prima bevanda firmata Giammona. Acqua e zammù, per l’esattezza. Una bevanda di poche lire, a base di anice, l’antesignano di tutti gli sciroppi ad oggi conosciuti. Ci si incontrava al “chiosco”o“ciospo”, che dir si voglia; un luogo di ritrovo per gli uomini di tutte le età e per poche, pochissime donne. Hanno sfidato le mode dei tempi, mantenendo la forma architettonica cilindrica e resistendo alteri con un layout stile liberty, intramontabile. Struttura a parte, secondo quanto si legge nell’inserto dell’autorevole quotidiano La Repubblica, “Dove”, si suggerisce di fare una breve sosta al chiosco, per un post cena, dal sapore, per così dire, digestivo.

Negli anni, i chioschi hanno assistito ad una naturale evoluzione ed oggi, la clientela è abbastanza variegata: in estate molti i turisti che affollano l’area e, laddove l’amministrazione ha provveduto a piazzare le panchine, ci si ferma per più di qualche minuto. L’offerta varia e, per accontentare tutti i gusti in vendita anche sua maestà Coca Cola, che con l’ultima t – ma geniale – trovata pubblicitaria denominata <share a coke> sta facendo impazzire grandi e piccini, impegnati nella ricerca della lattina /bottiglietta personalizzata. “Noi siamo qui dal 1949, da ben tre generazioni – inizia a raccontare Francesco Giammona – dopo la nascita del primo chiosco in piazza Università. Con l’arrivo di re Umberto I ci fu imposto di sgombrare l’area e così -prosegue- ci trasferimmo prima in Piazza Santo Spirito e poi, definitivamente, in Piazza Umberto”.

E’ un angolo di mondo. Un porto di mare in cui di giorno e di notte poter bere una bibita fresca e frizzantina e nel frattempo scambiare quattro chiacchiere. I turisti ne rimangono affascinati! A pensarci bene, il chiosco e le sue bevande sono presenti su tutto il territorio siciliano ma, badate bene, le differenze ci sono, eccome. Si tratta di piccoli accorgimenti, certo, ma di non poco conto. “Noi usiamo la tenaglia – spiega l’instancabile Francesco Giammona – per spremere il limone, mentre in molti utilizzano lo spremiagrumi; in pratica, centrifugato contro un succo che contiene, invece, semini”.

Dallo zammù all’orzata, fino all’arancia e agli sciroppi a base di frutta. Ma qual è stata l’evoluzione? “Il passaggio dallo zammù all’orzata – mi spiega mentre prepara un seltz – è avvenuto molto gradualmente. Il cliente è sempre attratto dalla novità: la guarda all’inizio con circospezione, poi chiede di provarla e ben presto si affeziona”. Seltz, mandarino al limone, tamarindo <ti entrano dentro> diventando una vera e propria abitudine. E poi, non lo dimentichiamo, è un rito tanto caro ai siciliani e quindi un modo per vivere la sicilianità. Si tratta di bevande che rinfrescano, reintegrano i sali minerali e, come nel caso del tamarindo, uno sciroppo che deriva dal dattero indiano (e non dalla prugna, come si pensa erroneamente), facilitano la digestione. Acqua e ….sciroppo, l’ingrediente base mix di aromi naturali e zuccheri, prodotto artigianalmente all’interno del laboratorio di famiglia.

I Giammona, da veri siciliani, sono menti imprenditoriali inarrestabili: “Già nel 1997 –spiega – forti di una lunga esperienza nella nostra città, vendevamo i nostri sciroppi ad una società americana ed era possibile reperirli anche all’interno del polo commerciale “La Fayette”, a Parigi. Poi nel 2004 ci siamo fermati per elaborar nuove idee e dar vita ad un progetto che, è ancora top secret, ma in dirittura d’arrivo!”. Riproporre il chiosco made in sicily all’estero? E’un’idea che piace e che stuzzica da tempo ma manca la cultura, innanzitutto, e poi la burocrazia mette tanti ostacoli, dichiarano gli intervistati.

In famiglia in quanti detenete la “formula Giammona”?

“Siamo 6 fratelli tutti impegnati in questo lavoro. 6 figli per 3 turni, pensò bene mio nonno”- scherza Francesco. Piazza Umberto è per tutti la <piazza dei chioschi>. Già, perché lungo la strada, in senso di marcia ci si imbatte nel chiosco della famiglia Vezzosi, altra realtà storica con la quale, grazie alle regole del buon vicinato, dura da sempre una convivenza pacifica. “Cronologicamente – prosegue – la mia famiglia si insediò qui dopo quella dei Vezzosi. L’idea del chiosco balenò nella testa di mio nonno e di mio zio, operaio all’interno di una piccola ditta produttrice di gazzose.”

Tra vecchie glorie e nuovi cocktail, stiliamo la classifica. “Da diversi anni siamo fermi a 15 tipi di sciroppi. Il mercato oggi è orientato verso quelli a base di papaja ed anguria, novità che ancora non ci soddisfano appieno. Quanto agli intramontabili, il mandarino, innanzitutto, seguito poi da tamarindo e mandarino verde”. Ma la bibitadistrada è, per eccellenza, in ogni luogo ed in ogni tempo, il seltz limone e sale. “Invenzione relativamente recente poi, il frappè che all’inizio – ammette Francesco – destava molta titubanza da parte nostra”.

Nutella, latte, panna e… merendina Tomarchio?

“Assolutamente si, ma famiglia che vai, frappè alla nutella che trovi. La maggiore presenza di panna o latte incide sul risultato finale, sul gusto e, soprattutto sull’apporto energetico”.

Un ricordo particolare?

“L’incontro con Sgarbi, che ha fatto un po’ di show elogiando la nostra bevanda”.

Passeggiando per la città si incontra Sicilia Seltz, un chiosco dallo stile moderno, posizionato in Corso Sicilia, all’altezza di Piazza Stesicoro. Nuovo, si fa per dire. Marco Stracuzzi, che ne è il titolare, racconta infatti che all’origine di questa avventura la sede era quella di Piazza Trento, altro sito frequentatissimo. “Il chiosco ha sempre rappresentato il mio sogno, fin da quando ero bambino e, dopo anni di sacrifici e difficoltà, sono riuscito a coronarlo”.

Qual è il vostro punto di forza?

“La capacità di unire alle ricette tradizionali quelle frutto di ricerche innovative. Dal tradizionale frappè alla nutella si passa a quello al cioccolato bianco, al pinot (a metà tra il pistacchio e la nocciola ) e al bigusto. Molto apprezzato il< Pensaci tu>, granita al limone, mandarino verde, pizzico di ananas, limone spremuto e seltz. Dissentante e caloricamente leggero”.

Come nasce un nuovo prodotto?

“Dall’esperienza e… rubacchiando qua e là le idee, soprattutto quelle messe in pratica in Francia”. Sicilia seltz è solo l’inizio di un’avventura perché Marco ha in cantiere di esportare il modello anche all’estero. “Si, già da un po’ mi frulla l’idea di Barcellona, molto vicina per cultura e tradizioni a Catania”.

Bancari, professionisti, commercianti e quanti più o meno velocemente passeggiano per lacity catanese rappresentano i clienti tipo della giornata, lunga lunghissima se si pensa che il chiosco si ferma solo qualche ora notturna. “Tra i clienti – afferma Marco – viene spesso Mario Venuti, un estimatore del seltz limone e sale ed un affezionato al nostro chiosco”. Contro il caldo, insomma, qualche soluzione dissetante e alla portata di tutti. Anche in tempi di crisi, infatti, ad una bibita al chiosco i catanesi non sanno proprio rinunciare.


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