PALERMO – Lo smarcamento, già evidente nei giorni e nei mesi scorsi, ora spicca con tutta la sua evidenza. Ugo Forello, volto e simbolo del Movimento cinque stelle a Palermo e già candidato sindaco dei grillini alle ultime Amministrative del capoluogo, critica apertamente Matteo Salvini per la gestione del caso Diciotti e rompe quel muro di silenzio sorto in questi giorni tra i pentastellati di Sicilia attorno all’imbarazzo per il comportamento dell’alleato leghista. Un post sul proprio profilo Facebook che si conclude con un hashtag emblematico, “#peròadessobasta”, in cui Forello non cita mai espressamente Salvini ma parla del ‘ministro degli Interni’. Al leader della lega, però, il capogruppo M5s al consiglio comunale di Palermo manda un messaggio chiaro: “Le scelte politiche, la discrezionalità politica e dell’azione di governo trovano un limite invalicabile nel rispetto della Costituzione, dei trattati internazionali e della legge”.
Si tratta di “un principio fondamentale delle democrazie moderne”, ricorda ‘l’avvocato’ Forello che ricorrendo al linguaggio giuridico aggiunge: “Ormai è passato il tempo del ‘princeps legibus solutus'”, ovvero del ‘sovrano libero dal dovere di osservare le leggi’, e il rispetto dei diritti fondamentali e delle norme – sottolinea – viene prima di ogni cosa”. Da Forello, che è stato coofondatore di Addiopizzo a Palermo, massima “fiducia” nella magistratura italiana ma anche nella “Procura di Agrigento e, adesso, nel Tribunale dei Ministri di Palermo”, a cui ora passa l’indagine per competenza dal momento che il reato sarebbe stato commesso da Salvini nell’esercizio delle sue funzioni. “Sono certo che hanno agito e continueranno ad agire con serietà e coscienza”, sottolinea Forello che poi lancia una ciambella di salvataggio al capo della procura agrigentina oggetto degli strali del ministro dal palco di Pinzolo: “Conosco professionalmente il dottor Patronaggio e non ho dubbi sul fatto che abbia condotto le indagini con imparzialità e irreprensibilitá”. Ma Forello non si ferma qui: “Spero che non avvenga più quello che è successo con il caso ‘Diciotti’ – esclama -. Con franchezza questo non è il modo con cui va affrontata la questione dei migranti e il risultato raggiunto lo dimostra. Inoltre, la verità è che nel 2018 gli sbarchi in Italia si sono drasticamente ridotti, quindi non siamo in una situazione emergenziale. I problemi del nostro paese oggi – conclude – sono altri”.
Parole che fanno emergere un disagio che il volto simbolo dei grillini a Palermo cova da tempo, fin dalle guerre interne con l’allora consigliere M5s, oggi passato alla Lega, Igor Gelarda. L’immigrazione fu uno dei terreni di scontro tra i due, che non si sono mai amati. La spaccatura, con la parte restante del gruppo consiliare schieratasi in favore del capogruppo, fu evidente quando il governo paventò la possibilità di costruire un hotspot allo Zen: sia Forello che Gelarda si dissero contrari, ma con motivazioni decisamente diverse. Sul calendario scorrevano i giorni di maggio e il primo sottolineava la necessità del “rispetto dei diritti umani” ritenendo che l’hotspot non fosse lo strumento adatto per accogliere i migranti, mentre il secondo puntava tutto sulla “stretta” al fenomeno migratorio e sui “rimpatri” strizzando l’occhio già in quel tempo al Carroccio. I contrasti tra Forello e Gelarda finirono sul tavolo dei deputati nazionali eletti a Palermo, che a luglio convocarono i due nella nuova sede del movimento nel capoluogo per sedare la lite. L’obiettivo fallì e la riunione certificò la spaccatura anche sotto agli occhi del leader regionale Cancelleri, rimasto freddo davanti alle richieste di chiarimento da parte di Forello. Pochi giorni prima, tra i due, un dialogo a distanza con il vicepresidente dell’Ars che aveva definito “giusta” l’idea di chiudere i porti ai migranti e il coofondatore di Addipiozzo che lo aveva invitato a “non cadere nel tranello leghista”.
Il pensiero di Forello, intanto, trova sponda anche in un altro nome di peso nel movimento, quello di Claudia La Rocca. Ex deputata regionale pentastellata, oggi autosospesa per via del processo sulle cosiddette firme false ma rimasta sempre in orbita grillina fino a entrare nello staff del vicepresidente di Sala d’Ercole Giancarlo Cancelleri, La Rocca ha comunque conservato la stima di numerosi attivisti palermitani e oggi, quasi in simultanea con Forello, critica apertamente Salvini sul proprio profilo Facebook. La Rocca cita i dati del Viminale sugli sbarchi parla di “fumo negli occhi da chi si dipinge salvatore della patria e da chi vuole ricostruirsi una verginità politica”, mentre i numeri del 2018 mostrano che “non esiste nessuna emergenza legata alle immigrazioni e che la riduzione del fenomeno non è legata alle politiche di Salvini”.