I Dem siciliani riuniti in Toscana | "Vogliamo un Pd federalista" - Live Sicilia

I Dem siciliani riuniti in Toscana | “Vogliamo un Pd federalista”

L'ex ministro Franceschini riunisce "i suoi". Dalla Sicilia partono Lupo e Barbagallo. Confronto per cercare un nuovo inizio.

LA TRE GIORNI
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Nel Pd le idee ci sono, le azioni, invece, restano in sospeso, almeno fino a fine anno, quando finalmente si svolgerà il congresso del partito. E mentre il Partito democratico discute di come deve cambiare ed elabora ancora le ultime brucianti sconfitte, l’ascesa della destra è un fatto concreto che il centrosinistra dovrà finalmente affrontare. E lo fa diviso: questo fine settimana, infatti, l’area Dem che fa capo a Dario Franceschini si è data appuntamento a Cortona, in provincia di Arezzo, per la tre giorni di confronto “Verso un nuovo Pd”.

Oltre all’ex ministro Dario Franceschini, presenti l’ex premier Paolo Gentiloni, Piero Fassino, l’ex ministro Andrea Orlando. Per il Pd siciliano, c’erano Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars e da sempre rappresentante di spicco dell’area sull’Isola, e l’ex assessore regionale al Turismo, oggi deputato regionale, Anthony Barbagallo. Un incontro che assume un valore significativo in un momento in cui il partito a livello nazionale è guidato da un reggente, Maurizio Martina, e lo stesso dicasi a livello regionale, dove Fausto Raciti è ormai dimissionario.

“Ripartire dai valori tradizionali della sinistra, da tempo accantonati e fondare un Pd ‘Federalista’”: questa è l’dea che Barbagallo rilancerà nel corso del suo intervento a Cortona. “Federalista”, un concetto lanciato dal filosofo ed ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari e che Barbagallo sposa in pieno: “Un partito che sia radicato nel territorio e che ne comprenda a fondo le istanze, che non sia più guidato dall’alto, che dia più potere a chi nel territorio ci vive e ci lavora da sempre – spiega l’ex assessore – io sposo questa idea perchè so bene come in Sicilia abbiamo pagato caro il renzismo. Come la Sicilia e la questione del Sud nel tempo siano spariti totalmente dall’agenda di governo. Noi poi avevamo un segretario regionale che non faceva il segretario e chi invece non lo era affatto ma lo sembrava. Non facendo altro che creare confusione”. Il riferimento al renziano di ferro Davide Faraone non è nemmeno troppo velato.

Insomma per i dem la cosa fondamentale è ripartire dai circoli, dai territori e dai valori fondanti della sinistra: “Non significa tornare indietro, ma riprendere per mano tutte quelle categorie ed elettori che si sono sentiti traditi. Il Pd è sembrato più vicino alle banche e alle lobby – continua il deputato regionale – Un partito fluido che ha accolto, soprattutto il Sicilia, componenti troppo lontani dalla nostra tradizione. Reclutamenti che ci hanno penalizzato e ci hanno fatto perdere credibilità agli occhi dei nostri sostenitori”. Lotta alla povertà, scuola, difesa delle categorie da sempre riconducibili alla tradizione di sinistra, superamento delle divisioni, queste le idee in campo per rifondare il Partito democratico e cercare di far dimenticare questi ultimi anni agli italiani: “Rimediare agli errori fatti – spiega Barbagallo – lotta alla povertà, soprattutto in Sicilia dove i dati sulla disoccupazione sono disarmanti, rivedere la riforma della scuola a causa della quale gli insegnati si sono sentiti traditi, attenzione all’istruzione e alle scuole pubbliche, riforma della sanità, questi sono solo alcuni temi che il Pd deve rimettere al centro della sua azione politica. Il centrosinistra si batte e si è sempre battuto per la difesa degli ultimi, è ridicolo che questa battaglia se la sia intestata la destra radicale che oggi guida il Paese”.

Come fare questa rivoluzione ancora è tutto da capire, in Sicilia poi è ancora più complicato, soprattutto oggi che il Pd non ha più nemmeno una sede, dopo la chiusura di quella in via Bentivegna. E mentre altre aree del partito si sono già messe in movimento, vedi i “Partigiani del Pd” guidati da Antonio Rubino, da sempre vicino al deputato Antonello Cracolici: “Queste realtà sono un segnale chiaro della voglia di partecipazione e proprio per questo ricominceremo a parlare con la gente, a riaprire dibattiti, magari anche i circoli”.

 

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