“In questi giorni si celebra il 18/mo anniversario della morte di Paolo Borsellino e decidiamo di onorare la sua memoria quali figli di un imputato per mafia, testimoniando la nostra indignazione per lo scempio che del nostro nome ha fatto nostro padre e chiedendo scusa a quanti sono stati direttamente o indirettamente colpiti dalla sua azione criminosa”. Lo affermano Francesco, Alessandro e Dario Sucameli, i tre figli di Pino, l’architetto di 62 anni, dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Mazara del Vallo (Tp) arrestato nel 2007 per avere favorito la latitanza di due boss mafiosi e condannato del 2009 a 10 anni e otto mesi di reclusione. “Noi vogliamo dire a tutti – si legge nella lettera inviata al quotidiano La Sicilia di Catania che la pubblica in prima pagina – che l’esempio di uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ci ha resi capaci di riconoscere ancora l’onore e la dignità vera di vita vissuta onestamente, di superare l’equivoco della solidarietà familiare e chiamare le cose con il nome: mafia”. “Chiediamo ancora scusa a tutti per lui – si legge inoltre nella missiva dove i tre figli non nominano mai direttamente il padre con il suo nome o il ruolo familiare – la mafia è solo una ‘montagna di merda’… anche quella che incontrate ogni giorno dentro il bar e sorridente vi invita a condividere un caffé, con quella sconvolgente normalità del male che avvolge la quotidianità della nostra terra”. “Voglia essere questo – concludono Francesco, Alessandro e Dario Sucameli nella lettera – il nostro piccolo contributo di testimonianza e resistenza alla Sicilia onesta. Grazie Paolo, grazie Giovanni: gli unici uomini d’onore che riconosciamo”.
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