I fratelli stragisti e i Lo Piccolo | Ascesa di un anziano boss - Live Sicilia

I fratelli stragisti e i Lo Piccolo | Ascesa di un anziano boss

Pietro Formoso avrebbe preso in mano le redini della famiglia di Misilmeri.

PALERMO - IL BLITZ
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PALERMO – In carcere Pietro Formoso c’è finito tante volte. Rapine, armi, droga ma niente mafia. Le cose sono cambiate: da oggi la Procura di Palermo gli contesta di avere svolto il ruolo di guida della famiglia mafiosa di Misilmeri.
FORMOSO PIETRO

Pietro Formoso

Alla soglia dei 70 anni Pietro Formoso si inserisce nel solco tracciato dai suoi fratelli, Giovanni e Tommaso, condannati all’ergastolo per la strage di via Palestro, a Milano. Nella notte fra il 27 e il 28 luglio 1993 esplose una bomba davanti al Pac, il padiglione di arte contemporanea. Morirono 5 persone.

Dal 2011 Pietro Formoso era un sorvegliato speciale. Status che non gli avrebbe impedito di prendere in mano le sorti del clan. La nuova misura cautelare lo raggiunge in carcere dove sta scontando una condanna per traffico di droga. “Uno dei più grossi trafficanti di stupefacenti di Palermo”, lo definì nel lontano 2006, il pentito Emanuele Andronico. Due anni dopo Angelo Casano aggiungeva che “ufficialmente si occupa di commercio di carne, forse ha un deposito a Villabate, mi risulta che lavora anche con la cocaina”.

Ci sapeva fare con la droga e lo sapevano tutti. Per i primi Salvatore e Sandro Lo Piccolo, boss di San Lorenzo, che nei pizzini trovati nel covo di Giardinello, dove li arrestarono nel 2007, scrivevano al loro braccio destro Franco Franzese: “240 mila contanti (FORMOSO)”.

E lo sapevano pure i fratelli Giovanni e Giuseppe Di Giacomo, il primo ergastolano per omicidio e il secondo crivellato di colpi alla Zisa. Lo chiamavano “formaggio” e per l’“aranciata”, cioè la droga, era a lui che ci si doveva rivolgere. Sempre i Di Giacomo facevano riferimento allo scontro che “formaggio” aveva avuto con Filippo Bisconti quando si seppe che Formoso aveva affiliato nuovi uomini d’onore.

Dal pizzo imposto al titolare di un supermercato all’intervento per recuperare crediti non riscossi: il potere di Formoso si sarebbe manifestato in diverse occasioni. Fino alla nuova ordinanza di custodia cautelare. Stavolta per mafia.

 


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