I funerali di Cusimano al Capo | Tensione con i giornalisti - Live Sicilia

I funerali di Cusimano al Capo | Tensione con i giornalisti

Il feretro è passato attraverso le bancarelle del mercato. Spintonato un fotografo.

PALERMO – Sono stati celebrati questa mattina i funerali di Andrea Cusimano, il fruttivendolo di 30 anni ucciso al mercato del Capo a Palermo lo scorso sabato da Calogero Pietro Lo Presti. In tantissimi si sono ritrovati nella zona del mercato per l’ultimo saluto. La cerimonia si è tenuta nella Chiesa di San Gregorio Papa, in piazza Porta Carini, a pochi passi dal luogo del delitto. Alla fine della celebrazione il feretro è passato attraverso le bancarelle del Capo e si è fermato davanti a quella del giovane dove c’era la scritta “Al mio caro fratello”.

Tensione con i giornalisti presenti, allontanati dal corteo funebre. In particolare un fotografo è stato spintonato e insultato. In una nota l’Unci condanna l’episodio. “Esprimo solidarietà al fotografo – ha affermato il vicepresidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales – che è stato insultato e minacciato mentre svolgeva il proprio lavoro. Si è trattato di un atto molto grave, una minaccia alla libertà di stampa”.

“Ancora una volta – ha aggiunto il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo – assistiamo a inaccettabili gesti di violenza contro giornalisti e fotografi impegnati nel documentare un fatto di cronaca. Ai colleghi coinvolti rivolgo a none dell’Unci Sicilia piena solidarietà, e l’auspicio che simili episodi non scalfiscano la loro voglia di documentare seriamente e con coscienza la vita cittadina”.

L’Ordine dei giornalisti di Sicilia esprime solidarietà ai ”colleghi che oggi, mentre seguivano per lavoro i funerali di Andrea Cusimano, ucciso una settimana fa al Capo, sono stati insultati, spintonati e invitati ad andare via”. Scene come queste – dice una nota dell’Odg – purtroppo, sono ricorrenti in una città come Palermo, ma i cronisti, i fotografi e gli operatori televisivi presenti, nonostante le difficili condizioni ambientali, hanno comunque realizzato i propri servizi, dimostrando che l’informazione professionale non può essere fermata da metodi spicci e violenti, che richiamano sistemi mafiosi.


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