PALERMO – Rinunciano a circa il 70 per cento della propria indennità da parlamentari regionali dai primi giorni del dicembre 2012. Dall’inizio, cioè, della nuova legislatura. I deputati del Movimento 5 Stelle, in un anno e mezzo circa, hanno raccolto 923.000 euro che, di mese in mese, diventano sempre di più. Soldi che, finora, sono rimasti “bloccati” nelle casse dell’Assemblea regionale siciliana in attesa dell’istituzione del Fondo per il microcredito alle imprese. A questo erano stati destinati fin dall’inizio del mandato parlamentare dei Cinquestelle, ma adesso questi soldi torneranno sui conti correnti dei dei deputati.
Ma prima che qualcuno gridi allo scandalo, i deputati grillini mettono le mani avanti per non prestarsi alle strumentalizzazioni. “Quei soldi – scrivono i deputati sui loro profili Facebook – non li vorremmo neanche noi sui nostri conti, ma dall’Ars ci hanno detto che non c’è altro modo di operare: incompetenza o ostruzionismo?”.
Realizzare la promessa fatta in campagna elettorale, per i Cinquestelle sta diventando davvero complicato. “L’idea era la seguente – spiega Giorgio Ciaccio – : accantonare le risorse economiche sul conto dell’Ars, approvare una legge regionale che disciplinasse il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e, infine, far approvare dall’ufficio di presidenza una delibera per autorizzare il versamento diretto di tutte le somme accantonate dal Movimento 5 stelle direttamente sul nuovo capitolo di bilancio regionale disciplinato dalla norma approvata”.
Un procedimento rimasto però bloccato sul nascere perché, nonostante una norma nella finanziaria 2013 che istituiva il Fondo di garanzia, la Regione in realtà non lo ha mai fatto partire. “Subito dopo l’approvazione della legge – spiega Ciaccio – è arrivato un altro problema: il regolamento. Una volta istituito il fondo, infatti, il governo avrebbe dovuto stilare il regolamento attuativo per l’erogazione delle somme. Dopo mille richieste alla fine ci è stato risposto che serviva il parere del Cga. Ma, arrivati a maggio, ecco l’altra sorpresa: lo stanziamento del governo nel capitolo di riferimento scompare. E’ passato da 1 milione e mezzo di euro a zero. Mancava il regolamento attuativo, così ci hanno detto. Da quel punto, nessuno è più stato in grado di dirci niente: ‘attendiamo, non sappiamo niente, vediamo dopo la finanziaria’. Così abbiamo deciso di farlo per conto nostro”.
Insomma, l’idea dei grillini era di dirottare le somme rimaste per mesi sul conto di Palazzo dei Normanni direttamente sul conto della Banca etica, ente al quale è stata affidata la gestione del Fondo di garanzia per il microcredito alle piccole e medie imprese siciliane. Ma nel frattempo è arrivato un altro stop dell’Ars: i risparmi dei grillini, non essendo stati donati ma accantonati, non possono essere toccati in alcun modo. Possono solo tornare direttamente da dove sono arrivati, e cioè nelle loro tasche. “Così il direttore della Ragioneria generale ci ha consigliato di chiederli indietro – spiega il parlamentare del Movimento 5 Stelle Ciaccio – , attraverso un’autorizzazione che doveva essere rilasciata dal segretario generale, che a quanto pare è arrivata. Le somme, quindi, dovrebbero esserci restituite a breve. Ma noi non abbiamo nulla da nascondere, non torneremo indietro rispetto a quanto promesso”.
E per dimostrarlo, i parlamentari Cinquestelle chiariscono i passaggi che avverranno adesso: “Quando avremo i soldi sui nostri conti ognuno di noi farà una partita di giro versando le somme sul Fondi di garanzia. Pubblicheremo tutto – spiega Ciaccio – : bonifici, versamenti, tutto. Ma intanto è già da marzo (da quando, cioè, il fondo è stato istituito, ndr) che il 70 per cento delle nostre indennità viene trasferito direttamente nel fondo di garanzia, senza passare per le casse dell’Assemblea regionale”.
In mezzo alla vicenda che ha coinvolto i Cinquestelle, però, c’è anche il “caso” di Antonio Venturino. Vicepresidente dell’Ars, ex grillino adesso entrato a far parte dei socialisti, Venturino è rimasto nel gruppo del Movimento 5 Stelle soltanto pochi mesi, e ha rinunciato a un totale di circa 8.000 euro. “Saputo della richiesta della restituzione delle somme da parte dei miei ex colleghi di gruppo – dice il vicepresidente Ars – ho fatto lo stesso anche io: tenere quelle somme bloccate non aveva alcun senso”. E così Venturino annuncia che quei soldi torneranno anche sul suo conto. Li utilizzerà – dice – per finanziare le attività degli intergruppi parlamentari,* ma interrogato circa la pubblicizzazione dell’utilizzo del fondo risponde: “Non ci ho ancora pensato, e del resto non sono tenuto a farlo”.
* Il vicepresidente dell’Ars Antonio Venturino ci ha contattato chiedendo di pubblicare il contenuto preciso della prima parte della sua dichiarazione: “Visto che grazie anche ai Cinque Stelle non si possono più finanziare gli intergruppi, con quei soldi voglio continuare a organizzare workshop formativi per i giovani come quelli che avevo già realizzato con l’intergruppo Giovani e Scuola di politica, che sono stato nel frattempo costretto a chiudere”.