I numeri del programma Erasmus | In 30 anni 4 milioni di studenti - Live Sicilia

I numeri del programma Erasmus | In 30 anni 4 milioni di studenti

La 'madrina' del programma Sofia Corradi: "Una esperienza di fratellanza".

L'iniziativa a Palermo
di
2 min di lettura

PALERMO – Quasi quattro milioni di studenti universitari che, dal 1987 al 2016, hanno lasciato momentaneamente il proprio Paese per andare a studiare all’estero. Questi i numeri del programma Erasmus, al centro di una iniziativa organizzata dall’Ersu a Palermo. Nel capoluogo anche l’ideatrice del programma Sofia Corradi, madre di quella che oggi viene ribattezzata “generazione Erasmus”.

Il programma è diventato in pochi anni uno dei pilastri fondativi dell’Unione europea: consente agli studenti di frequentare uno o due semestri di studio in un’università di un Paese diverso dal proprio col riconoscimento dei crediti conseguiti all’estero e senza ritardare la laurea, favorendo la conoscenza reciproca e l’interazione tra culture. Il convegno è stato denominato ‘ERASMUS – Un passaporto per l’integrazione e l’istruzione universitaria’.

“L’elemento essenziale del programma Erasmus – ha affermato Corradi – sta nella grande possibilità di esperienza che viene data ai ragazzi. Una volta un ragazzo descrisse l’Erasmus come un’esperienza che ‘imprime nell’animo sentimenti indelebili di fratellanza umana’. Il progetto poi, oltre a far studiare, ha la capacità di rendere lo studente meno litigioso e più attento ai particolari, facendo acquisire qualità trasversali – ha aggiunto – che poi le aziende cercano nei professionisti”. E tornando sulle motivazioni che l’hanno spinta a dare vita al programma ha aggiunto: “E’ nato dalla mia arrabbiatura di studentessa, dopo un anno di studio alla Columbia University di New York (dove era stata con una borsa Fullbright, ndr)”.

Correva l’anno 1958 “ingiuriosamente mi era stato negato – ha aggiunto – il riconoscimento di un anno di studio fatto all’estero come se la Columbia University fosse un paradiso fiscale dove un titolo o una laurea non la negano a nessuno. Mi era stato detto che me ne ero andata a spasso per il mondo a divertirmi e di andare a casa a studiare e vedere di farmi promuovere. Era l’ultimo dei problemi – ha continuato – che avevo nella vita: prendevo sempre 30 e lode. Quando poi mi sono laureata – ha detto ancora – mi offrivano il lavoro perché a quei tempi ero l’unica che aveva avuto questa esperienza e perché i datori di lavoro ritenevano che chi avesse quell’esperienza rendesse di più”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI