PALERMO – “Hai saputo? Vicè va via”. Deve essere iniziato così il tam-tam tra i ragazzi della Primavera del Palermo, un anno e mezzo fa, quando l’appena retrocesso Bologna mise gli occhi su Vincenzo Sicignano. Il direttore sportivo Filippo Fusco, costretto a ricostruire una squadra chiamata alla pronta risalita in massima serie, ma ancora senza i dollari canadesi a supporto, fa il suo nome per riempire la casella lasciata vuota da Graziano Vinti nello staff tecnico. Dalla Primavera del Palermo alla prima squadra del Bologna, un salto a cui difficilmente si può dire di no, e infatti Sicignano non lo fa. L’attaccamento alla maglia, un colloquio chiarificatore e la speranza di poter fare il salto tra i grandi col “suo” Palermo, però, lo portano ad un dietrofront clamoroso. E i vari post d’addio sui social network da parte dei suoi ragazzi, da Accardi fino ad Alastra, passano in secondo piano.
Vincenzo Sicignano alla fine è rimasto a Palermo e ha trovato il meritato posto nello staff tecnico della prima squadra, resistendo anche agli arrivi di Ballardini e Schelotto, ma in realtà ha già lasciato al club di viale del Fante un’eredità enorme. Due portieri, entrambi esordienti tra i professionisti a poche settimane di distanza, che rappresentano il futuro della società. Andrea Fulignati, il primo numero uno di Sicignano, adesso in forza al Trapani; ma soprattutto quel Fabrizio Alastra che da ieri è stato catapultato sulla ribalta nazionale. Diciotto anni e un esordio quasi perfetto, macchiato solamente da un risultato negativo, per il quale ha davvero pochissime colpe. Due allievi modello della “scuola Sicignano” che negli anni della Primavera ha consegnato al Palermo due portieri dal futuro roseo.
Le qualità di Alastra sono ormai note a tutte, grazie alla prestazione messa in mostra col Torino, ma l’occhio lungo di Sicignano c’ha visto giusto nel 2014, quando l’allora sedicenne nativo di Erice venne promosso dagli Allievi alla Primavera per il Torneo di Viareggio. Il Palermo arriva fino alla semifinale grazie alle sue parate e, pur perdendo ai rigori contro l’Anderlecht campione in carica, si assicura il premio di miglior portiere della competizione. Una consacrazione immediata, tant’è che nessuno lo schioderà più dai pali della Primavera, fino a quando la società non reputa opportuno farlo arrivare in prima squadra. Un percorso di crescita che prosegue, e che con un po’ di fortuna lo ha portato all’esordio in massima serie, dove ha saputo farsi trovare pronto.
Ma dalla “scuola Sicignano”, prima di Alastra, è venuto fuori Andrea Fulignati. L’estremo difensore toscano ha impiegato un po’ più di tempo a farsi spazio, anche perché ha preferito restare a Palermo ad imparare da un big come Sorrentino, fino a quest’estate. In ballottaggio con Alastra per una cessione in prestito, alla fine è lui ad accordarsi col Trapani. Un girone d’andata passato interamente in panchina, poi la svolta: troppi errori di Nicolas, contro la Virtus Lanciano tocca a lui. Esordio di fuoco, ma senza timori. Due parate decisive e i granata si impongono per 3-0, con Fulignati che ribalta le gerarchie. In attesa di capire se l’espulsione della scorsa settimana gli pregiudicherà o meno la maglia da titolare, il Palermo sa di poter contare anche su un altro prodotto del suo vivaio. E dato che il dopo Sorrentino si avvicina sempre più, in casa rosanero si può guardare al futuro con maggiore serenità.