“In questo momento di straordinaria difficoltà dovuta all’emergenza pandemica da CoViD-19, pur comprendendo la complessità della situazione in cui le Istituzioni si sono ritrovate improvvisamente ad agire, dobbiamo purtroppo riscontrare che c’è una Regione che corre a due velocità. Ci sono, infatti, alcuni dipartimenti in cui tardano ancora ad arrivare i provvedimenti necessari per la predisposizione del lavoro agile nei servizi non essenziali. Si tratta di atti fondamentali per tutelare i lavoratori, le loro famiglie e, conseguentemente, la salute pubblica. Ai dirigenti che non hanno ancora provveduto in questa direzione, pertanto, chiediamo di tenere in debita considerazione quanto viene emanato dal presidente della Regione, dalla Segreteria generale e dalla Funzione pubblica e di evitare che si perda altro tempo prezioso”. A dirlo sono il segretario generale e il segretario regionale della Cisl Fp Sicilia, Paolo Montera e Fabrizio Lercara.
Ieri un incontro “a distanza” tra sindacati e governo avrebbe portato alla condivisione di alcuni interventi. “Mascherine, prodotti detergenti, accessi in fabbrica, spostamenti limitati e turnazioni per evitare assembramenti nei luoghi di lavoro. Queste le prime misure definite oggi con il governo regionale che saranno formalizzate già nelle prossime ore”, spiega il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, dopo l’incontro via Skype con il governo regionale. E aggiunge: “Se dovessero verificarsi difficoltà o resistenze nell’applicazione di questi protocolli di sicurezza sarà richiesto l’intervento delle aziende sanitarie. Un supporto anche per gli ammortizzatori sociali, qualora ci siano problemi applicativi. Ancora non si è a conoscenza delle risorse ma è fondamentale che la Regione si attrezzi subito e bene per usare celermente quelle già destinate. Una cosa è certa, nessun lavoratore sarà lasciato fuori, anche quelli a tempo determinato, interinali, così come le altre forme di reddito”. Il leader della Uil continua: “Per risparmiare tempo ed evitare affollamenti rimane la consultazione obbligatoria per via telematica per le aziende sopra i 5 dipendenti che devono accadere ai benefici. L’assessorato regionale al lavoro, che ha la responsabilità di approvare queste richieste, adesso deve attrezzare una piattaforma informatica efficiente e organizzare le professionalità per dare risposta a un flusso di domanda che si prevede ampio. Particolare attenzione, infine, al comparto dell’edilizia e a quello della formazione professionale. L’emergenze sono tante, non abbiamo precedenti e la contezza effettiva di quello che succederà. La Uil, però, risponderà ogni giorno ai lavoratori e vigilerà affinché siano tutelati”.
“I lavoratori della distribuzione alimentare, della vigilanza, delle pulizie, delle mense ospedaliere, stanno svolgendo servizi essenziali in questi giorni e devono essere dotati di tutti i dispositivi di sicurezza previsti dalla legge”. Lo affermano invece i sindacati regionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, rappresentati rispettivamente da Monia Caiolo, Mimma Calabrò e Marianna Flauto. “Così come gli operatori sanitari – dicono i sindacati – questi lavoratori stanno garantendo beni e servizi di prima necessità spesso e volentieri senza avere ricevuto i dispositivi di sicurezza obbligatori. Centinaia di lavoratori chiamano perché hanno paura e non vogliono andare a lavorare. È una situazione drammatica anche perché i clienti non rispettano le regole e non capiscono la pericolosità di certi atteggiamenti. Abbiamo richiesto a tutte le aziende della distribuzione alimentare di anticipare la chiusura anche a seguito della restrizione degli orari dei mezzi pubblici. Stiamo vigilando e vigileremo affinché le norme vengano rispettate perché la salute dei lavoratori deve avere la priorità su tutto e le norme vengano rispettate soprattutto negli appalti nel settore della sanità. Abbiamo già inviato una nota alla Protezione civile e ai prefetti affinché vengano garantiti i controlli nell’interesse della salute e della sicurezza dei lavoratori e della collettività”.
A proposito della sicurezza dei lavoratori, poi, l’Ugl interviene sulla proposta del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, di effettuare a tutto il personale sanitario il tampone di verifica dell’eventuale positività al Covid-19. intervengono. “Condividiamo appieno – dichiarano Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri per le federazioni regionali Ugl sanità e Ugl medici – quanto detto dal presidente Musumeci e ci auguriamo che ciò venga disposto presto, anche con modalità cicliche. In questa fase di grave epidemia, non vi è alcun dubbio che tutti gli operatori sanitari sono in trincea e non ci possiamo permettere di certo che chi è chiamato a dover dare le cure, possa invece diventare il paziente da curare e rischiare la vita! C’è tutta la catena del soccorso da mettere in piena sicurezza, non solo con la consegna dei dispositivi di protezione individuale che ancora purtroppo stenta ad essere adeguata, ma anche con la verifica costante a cominciare da chi sta in prima linea, ovvero dagli operatori del 118 e dal personale dei pronto soccorso, passando per quello dei reparti più a rischio, per finire poi con chi lavora nelle altre divisioni ospedaliere. E’ concreto, infatti, il pericolo che si ripetano casi di molti pazienti, la cui diagnosi non è stata subito interpretata con la giusta cautela e prevenzione, allocati in corsie e reparti prima di risultare positivi al test.” Infine, Urzì e Lanteri lanciano un appello allo stesso presidente ed all’assessore regionale della Salute Ruggero Razza perchè tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere adottino le stesse modalità d’azione, soprattutto per la gestione del personale. “Riallocare il personale infermieristico e sanitario delle aree attualmente sospese, per destinarlo nei reparti dove c’è più bisogno, disporre in modo chiaro e non interpretabile l’applicazione del Decreto, che prevede la revoca dei congedi per medici ed infermieri ed attuare lo “smart working” o incoraggiare lo smaltimento delle ferie pregresse del personale amministrativo (ancora oggi presente in forze negli uffici), non essenziale al funzionamento dell’azienda. Solo così – concludono i due sindacalisti – anche negli ospedali e nelle Asp si può ottemperare dalle disposizioni del Presidente del Consiglio dei ministri.”
Il sindacato Cobas Codir, invece, ha “chiesto la delocalizzazione della sala operativa Soris presso le sedi provinciali della Protezione Civile al fine di limitare lo spostamento con mezzi pubblici dei lavoratori per diminuire le possibilità di trasmissione del virus. L’Ordinanza Contingibile e Urgente del 13 marzo 2020 a firma del Presidente della Regione – prosegue il sindacato – ha determinato anche una drastica riduzione della circolazione dei mezzi pubblici sull’intero territorio regionale rendendo, tra l’altro, difficoltoso lo spostamento dei lavoratori. Considerato che alcune sedi provinciali come Agrigento avrebbero già i collegamenti di rete attivi e pronti a garantire lo svolgimento dell’attività in parallelo con la sede centrale di Palermo, si chiede di volere porre in essere – immediatamente – tutti gli adempimenti atti a limitare lo spostamento dei lavoratori nel rispetto delle disposizioni governative e dello stesso Presidente della Regione con l’aggravante che, nel malaugurato caso di contagio anche di un solo operatore, sarebbe posta in quarantena l’intera Sala Operativa”.