CATANIA – I terreni su cui sono sorti i campi di calcetto e beach volley gestiti dall’associazione Sportitalia, ricondicubile a Roberto Vacante e confiscata oggi dalla Dia, erano in affitto. Ad un certo punto sono stati realizzati gli impianti sportivi, ma nei primi due anni di attività dall’analisi dei conti risulterebbero solo uscite e nessuna entrata finanziaria. Un dato anomalo secondo gli investigatori della Dia di Catania che hanno svolto gli accertamenti tecnico contabili sull’impresa: da qui la “presunzione, accolta dal tribunale, di un’illecita acquisizione patrimoniale derivante dalle attività delittuose connesse all’inserimento di Vacante nel clan Santapaola”.
Insomma nelle casse della Sportitalia sarebbero finiti i soldi della mafia, con cui si sarebbe dato avvio alla costruzione degli impianti sportivi che poi nel corso del tempo avrebbero creato flussi economici in grado di “sostenere finanziariamente” l’associazione. E’ importante, forse fondamentale, per l’aggressione ai patrimoni collegati alla criminalità organizzata riuscire a ricostruire tutto il profilo storico contabile di una società al fine di cristallizzare quando è avvenuto “il finanziamanto da parte del clan”. In questo caso della cosca Santapaola. “Abbiamo svuotato le casse di Cosa nostra – ha affermato il capo centro Dia di Catania, Renato Panvino – solo così si annullano in tutto le organizzazioni mafiose”.
In ordine invece alla confisca della villa e dell’appartamento, che risultano intestati alla moglie e al fratello Giancarlo, la Dia ha accertato che la capacità di Vacante e dei suoi familiari nell’arco temporale tra il 1998 e il 2013 presentava forti profili sperequativi tra i proventi dichiarati e il patrimonio posseduto. E anche in questo caso “la bella vita” – così come l’ha definita il procuratore (vicario) di Catania Michelangelo Patanè – sarebbe stata garantita dai proventi illeciti derivante dalla sua appartenenza mafiosa alla famiglia Santapaola.
“Roberto Vacante è uno dei personaggi più vicini a Cosa Nostra – ha affermato Renato Panvino ai giornalisti a margine della conferenza stampa – legato anche da legami di parentela”. Sposato con Irene Santapaola, nipote del capomafia ergastolano Nitto, per gli investigatori Vacante entra a pieno titolo nella cosca già a partire negli anni ’90. Vincolo associativo confermato anche da due sentenze definitive.