“Gli ho detto tu chiama questo numero, mio cugino a Tunisi, e fatti mandare i soldi né mia moglie né nessuno sa i miei soldi dove sono. Si ragiona così perché non si sa mai nella vita”, diceva Fadhil Moncer, impegnato a comprare un terreno al costo di 35 mila euro.
Ristorante e azienda agricola
I suoi timori erano giustificati visto che i finanzieri hanno scovato e sequestrato una parte del suo tesoretto, che vale un milione e mezzo di euro. Troppa sperequazione fra i redditi dichiarati e i soldi investiti. Con un saldo sempre in negativo non si sarebbe potuto permettere di rilevare un ristorante, “Onda blu” poi divenuto “Bellavista” sul lungomare Mazzini a Mazara del Vallo, case e terreni a Marsala, in contrada Sant’Anna, dove aveva impiantato un’azienda agricola. Il ristorante è stato affittato e avora regolarmente.
Migranti e sigarette
Il denaro, secondo i pubblici ministeri e i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, li avrebbe accumulati trasportando i migranti in Sicilia e con il contrabbando di sigarette.
Moncer è stato pedinato per le strade del mercato Ballarò, a Palermo. È qui che piazzava le sigarette marca “Royal”, “Time silver”, “Pin” e “Oris”.
Collusioni con la polizia
Sigarette e migranti non c’era differenza per Moncer che avrebbe potuto contare sull’appoggio di alcuni poliziotto tunisini infedeli. In cambio di “un pacco” avrebbero “cambiato il verbale” per favorire i trafficanti. Una volta giunti a largo delle coste lampedusane i carichi di sigarette venivano trasbordati sulla barche di alcuni pescatori siciliani. E da qui finivano sul mercato nero.