Nella moltitudine di ingorghi che nascono ogni giorno nella città tra le più trafficate d’Europa, una domanda marzullescamente sorge spontanea: qual è il luogo dei vigili a Palermo? Per esserci, i caschi bianchi ci sono. Questa amministrazione ha, perlomeno, avuto il merito di rimetterli in strada. La domanda verte, casomai, sull’utilizzo delle forze in campo: a che servono i vigili urbani palermitani se sono quasi sempre distanti dal traffico?
Esempio di scuola, fresco, fresco, di stamattina. Li cerchi in via Basile – come un assetato cercherebbe l’acqua nel deserto – all’altezza della rotonda-imbuto su cui confluiscono, belli belli, gli automobilisti inferociti della stessa via Basile, di piazza Indipendenza e di corso Tukory? Però non li trovi. Un po’ più in là, a palazzo di giustizia ce n’è un plotoncino intero con il carro attrezzi e il corredo necessario per intervenire.
Nessuno, ovviamente, intende minimizzare le esigenze di sicurezza nei luoghi della giustizia e del potere, né si possono dimenticare le carenze di organico. Tuttavia, preme un’altra domanda marzullesca: perché non mettere qualche vigile, non solo alle multe delle isole pedonali, non solo a ossequio delle esigenze e delle bandiere istituzionali, ma anche al servizio del povero cittadino palermitano, lasciato inerme al cospetto della sua invivibile città?
Sospettiamo che tali domande non avranno risposta, né soluzione. Dunque, a ciascuno il suo ingorgo. E il suo imbuto.