Il 2022 per Palermo sarà l’anno dei colori. La balena bianca si risveglierà da un letargo senza tempo e farà all’amore coi dinosauri riesumati; il nero si mischierà col verde e avanzerà inesorabile, megafono alla mano e pugni sui fianchi; il vermiglio del post orlandismo apparirà un po’ sbiadito e un po’ sinistro; l’azzurro andrà sempre di moda, il giallo evocherà l’ittero più che il vaffa dei tempi d’oro. E, mescolati a questa esplosione incontrollata di una nuova primavera palermitana, leaderotti solitari spargeranno fiori e coriandoli tutt’intorno. Sarà bellissima, Palermo, in quelle settimane del 2022. Bellissima. Faccioni sorridenti nei 6×3 e in ogni dove, slogan pieni di speranza, teatri e cinema inondati da folle chiassose … coviddi permettendo. Già adesso si respira quel fermento, che permeerà la nostra città.
Palermo è già una pentola a pressione pronta a detonare quando il Big bang di Leoluca dirà stop. I nomi cominciano a circolare tra bocche fintamente cucite, le geometrie cercano nuovi teoremi, la solita settanta si dimena tra carte sparigliate nel tentativo di appattare anche questa volta. E poi ci sono i signori dei corridoi, che cominciano a muoversi, a stazionare dietro le porte che contano, a riempire bar e solcare marciapiedi. Tutto fa già colore, peccato che alla fine sarà la solita scenografia del solito film in bianco e nero. Una città che passerà dalla padella del califfo settantenne alla brace di un sindaco frutto solo di calcoli aritmetici e accodi tra sigle; birgatari con i voti che continueranno a farsi i fatticelli loro e la borghesia con i soldi che continuerà a tenere un piede su teste chine.
E i commercianti? E le periferie? E i rifiuti? E le bare in deposito? E i cantieri? E le alluvioni? E le piste ciclabili? E la ZTL? E i posteggiatori abusivi? E il Tram? E l’Amat? E Bellolampo? E gli alberi che ci entrano fin dentro casa? E… Come da copione, tutte queste cose verranno snocciolate con la pretesa verginità di chi non c’era e la protervia populista di chi ci sarà; si faranno elenchi, decaloghi, promesse e nodi a un fazzoletto già abbondantemente umettato di lacrime e sangue. Ma in realtà saprà occuparsi, il nuovo demiurgo, di queste cose? Abbiamo già sperimentato sulla nostra pelle che fare il sindaco è una cosa, dire di saperlo fare è un’altra. Saprà farle, queste cose? O il dopo Orlando sarà ancora peggio? Del resto, diceva mio nonno: “non è vero che più scuro di mezzanotte non può fare, c’è mezzanotte e un minuto”.
E se sono questi i chiari di luna … meglio dormire e svegliarsi nel 2042. Palermo merita di più, questa volta merita una vera chance. Merita qualcuno il cui lavoro faccia la differenza, non l’ennesimo uomo solo al comando tutto chiacchiere e programmi elettorali. E la differenza sta tutta li: in ciò che serve alla gente x vivere un po’ meglio, non in ciò che serve a qualcuno per essere più potente.