Il bimbo morto: fermata la madre | La donna: "Non c'entro" - Live Sicilia

Il bimbo morto: fermata la madre | La donna: “Non c’entro”

Aminta (foto tratta da Facebook)

L'accusa è omicidio. Gli investigatori sospettano che sia stata la madre a uccidere il bimbo di 5 anni trovato morto in una casa di Alcamo. Sarebbero state le contraddizioni della donna a convincere il sostituto procuratore Sara Morri a disporre il fermo. Ma chi conosce la donna sostiene che mai avrebbe maltrattato il figlio.

In provincia di Trapani
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ALCAMO – E’ un dramma cominciato ieri mattina quando erano all’incirca le 7,30 e per strada, in via Amendola ad Alcamo i pochi presenti non possono notare una donna che gridando esce dal portone di casa e parla, anzi, urla, del suo bambino, che dorme ancora, non si sveglia, che sembra morto. Aminta, il nome della donna, conosciuta dai vicini, è di origini messicane, vive separata dal marito, un alcamese che è emigrato in Germania dove fa il pizzaiolo.

Donna apparentemente tranquilla, di solito lavora come badante e poi ha il suo bimbo, Lorenz, 5 anni. Qualcuno risale in casa con Aminta, altro chiama il 118 ma anche la Polizia. Arrivano assieme poliziotti e sanitari. Per Lorenz però non c’è nulla da fare. E’ già morto. Viene quindi avvertito il magistrato di turno della Procura, il pm Sara Morri. La mamma del bambino è confusa, parla, poi si zitisce, c’è lo choc ma forse anche altro. Assume psicofarmaci contro la depressione. Si ipotizza che Lorenz non visto la sera prima abbia potuto prendere alcune di quelle gocce che usa la madre, forse ne ha prese tante, troppe.

L’attività investigativa porta i poliziotti a sentire i medici, molti dicono che quelle gocce anche prese in dosi eccessive non possono essere mortali, diverso il responso invece del professor Paolo Procaccianti, incaricato dalla Procura di effettuare l’autopsia: per il professore quelle gocce in dosi elevate possono essere mortali. Frattanto in Commissariato ad Alcamo dove è concentrata la parte più importante delle investigazioni e dove ci sono anche gli agenti della Squadra Mobile, Aminta viene sentita a diverse riprese, e con lei anche i familiari, i conoscenti, gli amici più intimi. Nella notte però qualcosa comincia a cambiare.

La donna che viene frattanto indagata per omicidio colposo – ma in questa fase come atto dovuto ai fini della nomina di un perito per essere presente all’autopsia che è un atto irripetibile – racconta e si contraddice. Per il pm Morri non sarebbe un fatto di confusione, o dovuto allo choc. Ci sono sospetti che crescono contro Aminta. Scatta così il provvedimento di fermo con l’accusa di omicidio volontario. Il bimbo non presenta alcuna lesione esterna. Resta il sospetto che la donna abbia potuto fare ingerire al figlio quelle gocce mortali. L’autopsia è prevista per domani, mercoledì 16 luglio, perché si attende il ritorno del papà di Lorenz dalla Germania. Tra Aminta e il marito c’è un passato burrascoso, prima della separazione lei lo aveva denunciato per maltrattamenti. Lui così era andato via in Germania, Aminta restava ad Alcamo dovendo fare i conti con la non piena capacità economica ad andare avanti. C’erano i vicini e la parrocchia ad aiutare lei e Lorenz ma chi la conosce ha detto che mai quella mamma aveva maltrattato il figlio. Insomma ad Alcamo molti sono increduli a quello che è accaduto, che Aminta abbia potuto davvero uccidere suo figlio. L’esito dell’autopsia potrà dire molte altre cose. Anche Aminta già nelle prossime ore sarà probabilmente risentita dal magistrato.

*Aggiornamento ore 19:03
Aminta nega con decisione di essere responsabile della morte del figlio. Qualche giorno fa la donna, da tempo con problemi psichici, aveva chiesto di potere entrare in una casa famiglia di Alcamo: sosteneva di avere bisogno di aiuto sia economico che morale. La circostanza è stata riferita dal legale della messicana, fermata per omicidio la scorsa notte, l’avvocato Fabio Bognanni. “Nel 2013 – racconta il legale – la signora aveva anche denunciato il marito per maltrattamenti”. Il difensore ha ribadito che la sua cliente nega decisamente di avere ucciso il bambino. La donna e il marito, emigrato in Germania, si sono conosciuti in Messico nel 2007. Il bambino era nato dopo due anni a Puebla. E’ atteso per stasera l’arrivo del marito dalla Germania. L’uomo sarà interrogato dagli inquirenti. Non è stata ancora fissata, invece, l’udienza di convalida del fermo della Altamitrano


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