Il calciatore del Palermo venuto dal deserto: "Ho visto un amico morire" - Live Sicilia

Il calciatore del Palermo venuto dal deserto: “Ho visto un amico morire”

La scuola e i migranti
LA STORIA
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PALERMO– Yusupha e Bubacarr hanno entrambi 23 anni, sono nati in Gambia e sono arrivati in Italia tra il 2016 e il 2017. Un’infanzia difficile, vissuta nel più piccolo e povero Paese dell’Africa continentale fino al giorno in cui hanno deciso di lasciarsi tutto alle spalle e cercare un porto sicuro: Palermo. La loro storia è stata al centro dell’incontro che si è svolto all’istituto scolastico Fiaba di Palermo, insieme alla dirigente Roberta Morici, i bimbi della classe quinta e alla maestra Marilena Mazziotta.

Il racconto di un viaggio difficile

Un incontro emozionante, che per i bimbi del Fiaba ha rappresentato un momento di confronto e dialogo con i due giovani gambiani. Uno dei due è proprio Bubacarr Marong, difensore della Primavera del Palermo. “Sono arrivato in Sicilia nel 2016 ma il viaggio dalla Libia non è stato facile, ero solo e avevo paura di morire – racconta il difensore del Palermo -. Nel deserto ho perso un caro amico e una volta arrivato in Libia ci sono rimasto per tre mesi. E poi il viaggio in mare durato sei ore e l’arrivo a Carini al Centro di prima accoglienza di Carini. In Sicilia ho raggiunto il grande sogno di giocare a calcio ma ora sogno di arrivare ancora più in alto”.

La partenza e la paura

Toccante anche il racconto di Yusupha Sanjang, 23 anni, mediatore culturale per Medici Senza Frontiere. Yusupha è arrivato a Palermo all’età di 17 anni e ha conseguito il diploma di scuola superiore. Oggi è laureando all’Università di Palermo, alla facoltà di Scienze Economiche, aziendali e statistiche più precisamente al corso “Sviluppo economico, cooperazione internazionale e migrazioni”. “Grazie alla mia ex insegnante di scuola media conosciuta a Carini, sono riuscito a integrarmi in Italia, mi sono diplomato e ora sto per laurearmi. Oltre allo studio, lavoro per l’associazione di Medici Senza Frontiere e aiuto tutti coloro che ogni giorno arrivano a Lampedusa. Ho deciso di raccontare la mia vita ai bimbi della scuola Fiaba, spiegando le motivazioni che stanno dietro alle migrazioni. Chi parte lo fa sia per la paura, sia per l’impossibilità di coltivare le proprie ambizioni, come lo studio”.

Il progetto e i bambini

A guidare i bimbi in questo lungo racconto, fatto di sofferenza, coraggio e ambizione, c’è Marilena Mazziotta, maestra prevalente della classe quinta elementare della scuola primaria Fiaba: “Questo è un progetto multidisciplinare che sviluppiamo ogni anno in classe, in occasione del 3 ottobre, la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. Cerchiamo di capire le motivazioni che hanno indotto questi uomini a lasciare la loro terra, per giungere in Italia e affrontare una nuova vita. È importante far comprendere ai bimbi quello che sono costretti a vivere coloro i quali improvvisamente si ritrovano a cambiare la loro vita sperando di migliorarla. Un progetto che li sensibilizza a questa tematica, stimolandoli al confronto e alla riflessione”.


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