CATANIA. Il tempo delle analisi, delle discussioni e delle filosofeggianti questioni è scaduto. Non è più tempo per gli azzeccagarbugli. Men che meno di chi prova miseramente a ritagliarsi il consueto quarto d’ora di celebrità in nome del Calcio Catania.
No. Non è più il tempo semplicemente perchè di tempo e spazio da concedere non ce n’è più.
Oggi è il tempo delle soluzioni da mettere in campo.
L’ulteriore miracolo concesso dalla curatela fallimentare è l’ultima chiamata prima del tracollo che va evitato in ogni modo. E’ la chiamata alle armi ma in un contesto salvifico, di storia e di passione. Dove, a rischio di estremizzare, lo sport è solo un parte della medaglia: il suo risvolto profondo è costituito dal tessuto sociale ed imprenditoriale del territorio. Un concetto che abbiamo ribadito e rafforzato a più riprese.
La narrazione delle ultime ore, ci dice che l’individuazione di un’ulteriore asta fallimentare (data di scadenza, il 4 marzo) fissata a mezzo milione di euro e dunque con un ribasso del 50%, costituisce l’insperato tempo supplementare.
Siamo tutti aggrappati, maledettamente, a parole che non ci riportano più ad un pallone che rotola su un prato verde. Altro che gol, cross o rabona: siamo inchiodati a termini come asta, fallimento, ribasso. Eppure, è solo da qui che si può ripartire con immutato orgoglio.
L’appello è alle forze imprenditoriali del territorio.
Non si perda questa ulteriore e, probabilmente, ultima possibilità.
Nel merito della questione, a stretto giro di posta, è giunto l’intervento dell’assessore comunale allo Sport, Sergio Parisi: “Il nuovo bando a evidenza pubblica per l’acquisto del ramo di azienda calcistico, è un’opportunità importante per aprire un nuovo ciclo imprenditoriale virtuoso, rilanciando lo storico titolo sportivo e il suo caratteristico brand in un territorio che, nonostante i persistenti fattori di crisi, continua ad avere straordinari poli di attrazione economica e sociale.
Nei mesi scorsi, insieme al sindaco Salvo Pogliese, abbiamo sollecitato a più riprese un investimento che mostrasse amore e visione, che non può e non deve essere meramente speculativo, ma che si intesti una ripartenza malgrado tutto ancora possibile.
Un nuovo appello che rivolgiamo anzitutto a chi dalla gente di Catania e dal suo tessuto sociale, ha avuto tanto e che ora deve generosamente mostrare di ricambiare, riversando una piccola quota parte per garantire la continuità di una storia valorosa e identitaria come quella del calcio a Catania.
Anche a quanti, in Italia o all’estero, riconoscono la vivacità del tessuto territoriale della settima area metropolitana del Paese, che da sola produce gran parte del Pil dell’intera Sicilia”.