PALERMO – “Non basta un presidente della Regione. Serve amore di Dio e preparazione”. Mentre la politica siciliana “scomoda” i piani altissimi, in vista delle elezioni regionali siciliana, il senatore Domenico Scilipoti si spinge un po’ più su. Lo fa al fianco del deputato regionale di Forza Italia Vincenzo Figuccia, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni, con un accorato, sentito intervento, tutto “casa e chiesa”.
E del resto, il presidente nazionale di “Unione cristiana”, movimento che potrebbe presentarsi anche alle prossime Regionali, lì dice di trovarsi perfettamente a proprio agio. Per Scilipoti, ex Italia dei valori, ex “responsabile” e adesso senatore azzurro, infatti, “I Figuccia rappresentano perfettamente il concetto di famiglia che noi sponsorizziamo. Quale immagine migliore? La famiglia – spiega – è la cellula fondamentale per una società, per un comune, per una Regione, per una nazione, per l’Europa e per il mondo”.
La famiglia al centro di tutto, per il senatore che dice di essere lì “per contaminare. Voglio costruire qualcosa con la gente che ama questa terra. Serve – dice Scilipoti – un messaggio nuovo. Io sono un albero disposto a offrire i suoi frutti. Ma sarò umile. Servono alla Sicilia giovani competenti e che professino i valori del cristianesimo. Come si fa? Non certo parlando di chi sarà il prossimo presidente della Regione”. Ma da qualche punto si deve pur partire e in questo senso Scilipoti ha le idee chiarissime: “Noi rispettiamo i comunisti ma non viviamo di odio e il comunismo e il marxismo parla di odio. E diciamo no anche alla destra del liberismo sfrenato”.
Concetti chiari, quindi. Per il senatore che vuole “aprire le porte della politica ai giovani”. Ma con calma. Lui si dice pronto a farsi da parte. Ma solo tra un po’. “Se verrò eletto per la terza volta – precisa – sarà l’ultima mia legislatura”. Ma intanto serve un deputato che partecipi ad alcune crociate: “In parlamento – spiega – hanno votato leggi contro Dio e laiciste. Come posso sposarmi con partiti che hanno garantito anche l’anatocismo dentro il parlamento e che hanno trasformato i migranti in un business?”. E come si fa? Il riferimento in particolare è indirizzato agli “uomini di Alfano” che si sono alleati con “i comunisti”. Ma quelle di Scilipoti sono parole di pace: “Non ci appartiene – dice infatti – la logica di chi grida più forte. Noi siamo fatti di amore cristiano. Io voglio essere l’ultimo e il più umile. Chiedo a tutti di sedersi attorno al tavolo per guardare con amore Cristiano ai siciliani. Come si può parlare però di bene comune se abbiamo sovvertito anche le leggi della natura? Come posso fare alleanze con partiti che pensano che la famiglia non si basi sul rapporto di fedeltà? Questo è il solo cammino che ci porti verso l’immortalità”.
Ma prima dell’immortalità, ci sono le elezioni regionali. “Non basta un presidente della Regione. Serve – ribadisce Scilipoti – amore di Dio e preparazione. E una squadra competente. E non bisogna dimenticare il calcolo multifattoriale combinato. E io che sono un medico, lo so bene”. Applausi in sala. Come se tutti avessero capito.