Il caso delle notifiche in ritardo | Riscossione dovrà pagare Olimpo - Live Sicilia

Il caso delle notifiche in ritardo | Riscossione dovrà pagare Olimpo

Il Tribunale di Palermo ordina di pagare gli arretrati. Fiumefreddo: "Il tema sono le notifiche".

PALERMO – Posti di lavoro e stipendi a rischio per un contenzioso burocratico: è quanto succede al consorzio stabile Olimpo, che non riesce a pagare i suoi dipendenti a causa di una controversia con Riscossione Sicilia sui tempi di notifica di alcune cartelle esattoriali. Un decreto ingiuntivo del Tribunale di Palermo ha stabilito che Riscossione deve pagare il consorzio. Critico Cateno De Luca, deputato regionale eletto con l’Udc e componente della Commissione bilancio: “Questa vicenda è esemplare di come la burocrazia della Regione e delle sue partecipate sia spesso un ostacolo allo sviluppo”.

La vicenda riguarda la notifica delle cartelle esattoriali, compito che Riscossione Sicilia svolge su tutto il territorio regionale. Da circa vent’anni il servizio di notifica delle cartelle viene affidato a società esterne, alle quali il contratto viene rinnovato circa ogni quattro anni. Fino al settembre dell’anno scorso l’appalto era del consorzio Olimpo, ma a marzo l’allora presidente di Riscossione Antonio Fiumefreddo contestò a Olimpo il mancato rispetto del contratto, con più di un milione di notifiche che per l’azienda erano state effettuate in ritardo rispetto ai 150 giorni previsti dall’accordo. Riscossione dunque emise delle note di credito pretendendo la restituzione, da parte di Olimpo, di quasi tre milioni di euro, e bloccando tutti i pagamenti dovuti al consorzio.

Lo stop ai pagamenti si era tradotto in un disagio per i lavoratori di Olimpo. In seguito ad alcuni incontri nelle prefetture di Catania e Palermo Riscossione era stata invitata a precisare quali fossero i danni che si erano verificati in seguito ai ritardi di notifica da parte del consorzio Olimpo. A settembre dell’anno scorso, alla scadenza del contratto, la stessa Riscossione aveva chiesto al consorzio Olimpo una proroga del contratto, che però Olimpo non aveva concesso, e nel frattempo lo stesso consorzio aveva notificato un decreto ingiuntivo nei confronti di Riscossione chiedendo il pagamento di somme arretrate per circa tre milioni di euro.

La contesa era diventata un caso politico regionale approdando in Commissione bilancio in una riunione del cinque febbraio scorso, ma proprio l’altro ieri il giudice del Tribunale civile di Palermo ha dato una svolta a tutta la vicenda, concedendo l’esecutività del decreto ingiuntivo presentato dal consorzio e stabilendo dunque che Riscossione Sicilia deve versare a Olimpo le somme arretrate. “È la fine di una vicenda in cui i lavoratori hanno patito sofferenze – dice Massimiliano Mangano, avvocato che insieme al collega Giovanni Barraja rappresenta il consorzio Olimpo – perché il contratto con Riscossione Sicilia alla sua scadenza non è stato rinnovato, e il consorzio ha dovuto fare un licenziamento collettivo. Se il contratto fosse stato prorogato i lavoratori sarebbero ancora al lavoro e non avrebbero avuto pagamenti in ritardo per un anno”.

“La burocrazia regionale con le sue appendici dà un pessimo spettacolo”: per Cateno De Luca, deputato regionale e componente della Commissione bilancio, “ancora una volta centinaia di lavoratori e tante aziende vengono messi a rischio dall’incredibile comportamento di certi Azzeccagarbugli, le cui “imprese” si ripercuotono negativamente sui servizi ai cittadini e sui costi pagati dalla collettività. Oggi – prosegue De Luca – solo dopo che sono stati bruciati più di cento posti di lavoro e solo di fronte ai Decreti ingiuntivi del Tribunale di Palermo finalmente si sblocca una situazione paradossale, quando però il danno è in larga parte già fatto. Su questa vicenda mi aspetto che il Governo regionale e chi al suo interno ha il dovere di vigilare ed eventualmente sanzionare, diano finalmente dei seri e concreti segnali di discontinuità col passato”.

“Su questa vicenda bisogna distinguere: un conto sono le spettanze del consorzio, che sono stabilite per contratto, altro discorso sono le notifiche, che immagino il giudice in questa sede non abbia potuto valutare”: Antonio Fiumefreddo, amministratore unico di Riscossione Sicilia quando partì il contenzioso con il consorzio Olimpo, sottolinea di avere una conoscenza dei fatti “ferma ad agosto, quando ero in carica”. Ma fatta questa precisazione, Fiumefreddo ricostruisce così la vicenda: “Il problema più generale che si pose era la regolarità di oltre un milione di notifiche che a giudizio dell’azienda non erano effettuate secondo i criteri contrattuali, il che significava un danno per l’esattoria”. L’ex dirigente di Riscossione spiega che “quasi mai erano irregolari le notifiche per persone con redditi bassi, invece l’irregolarità era frequente per certe persone e certi importi molto alti. Si paghi quel che spetta al consorzio – conclude Fiumefreddo – ma rimane il tema grave del modo in cui si fanno le notifiche e del contenzioso aperto su un numero grande di notifiche di valore elevato, su cui spesso non si riusciva a notificare. Per risolvere il problema io ho disposto che le notifiche per importi da cinquantamila euro in su fossero effettuate dagli ufficiali esattoriali in persona, ma per anni non era stato così. Il problema rimane, è molto serio in Sicilia e su questo c’è una mia denuncia”.


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