PALERMO – C’è un nuovo indagato nell’inchiesta sul caso Tutino. O almeno nuovo lo è alle cronache. A Nicola Sanfilippo, primario del reparto di Cardiologia dell’ospedale Villa Sofia viene contestata l’ipotesi di abuso d’ufficio in concorso. Assieme al medico, che è il marito di Luciana Savagnone, presidente della Corte dei conti (tra i giudici più duri nel mettere in riga gli sprechi della burocrazia), il 25 maggio scorso hanno ricevuto un avviso di proroga delle indagini preliminari anche Matteo Tutino e l’ex commissario Giacomo Sampieri che proprio ieri è stato raggiunto da un provvedimento di interdizione di un anno dal lavoro.
Ed è proprio nel provvedimento che viene citato Sanfilippo. In realtà viene riportato il passaggio di un’intercettazione già depositata al tribunale del Riesame che ha confermato gli arresti domiciliari per Tutino. È al primario della Chirurgia plastica che Sanfilippo diceva: “… tu non devi essere ma tu non devi essere convocato è una questione di termini. Deve decadere questa cosa non c’è motivo… tu non devi rifiutare nessun termine noi questa cosa la facciamo cadere tranquillo”. In quel momento, siamo nel dicembre 29013, Sanfilippo è vice presidente del collegio disciplinare che stava valutando il procedimento a carico di Tutino. Quello che, secondo l’accusa, sarebbe stato insabbiato con la complicità di Sampieri che lo avrebbe tenuto nel cassetto fino a fare scadere i termini.
Sembrerebbe, però, che non sia questo l’episodio che ha fatto scattare l’ipotesi di abuso d’ufficio per Sanfilippo, piuttosto le vicende legate all’assegnazione al cardiologo del doppio incarico di primario sia a Villa Sofia che al Cervello, due ospedali che fanno parte della stessa azienda sanitaria.Una vicenda molto tecnica su cui i magistrati hanno ritenuto opportuno fare ulteriori approfondimenti. Ed è proprio per rispondere a questa contestazione che nei mesi scorsi i difensori dell’indagato hanno consegnato una memoria al pubblico ministero Luca Battinieri, certi di potere dimostrare che il cardiologo avesse tutte le carte in regola per ottenere l’incarico. Incarico che, per altro, non si sa ancora se e quali vantaggi, a cominciare da quelli economici, abbia fatto ottenere a Sanfilippo. I pm hanno sentito la Savagnone, che ha voluto rispondere nonostante potesse rifiutarsi in quanto moglie dell’indagato. Sul doppio incarico del marito, ha spiegato che “la cosa certamente lo gratificava comportava per lui un consistente aggravio di lavoro e di responsabilità alle quali non corrispondeva nessuna agevolazione né di tipo economico né di carriera. Ho raccolto più volte i suoi sfoghi circa le difficoltà dei servizi ospedalieri conseguenti all’unificazione delle due unità operative”.
E così l’11 dicembre scorso è stata chiesta una proroga delle indagini, accolta il 25 maggio dal gip Giovanni Francolini. Quella del cardiologo non è l’unica posizione stralciata. Ci sono altre posizione che i pm hanno separato dal filone delle indagini che hanno portato prima all’arresto di Tutino e ieri alla sospensione dal lavoro per Sampietri, ma anche per l’ex direttore sanitario Maria Concetta Martorana e per Damiano Mazzarese che è stato per due mesi primario facente funzioni delle Chirurgie di Villa Sofia.