Il Comitato Zone franche montane: accelerare per l'iter della legge a Roma - Live Sicilia

Il Comitato Zone franche montane: accelerare per l’iter della legge a Roma

"In Sicilia da 70anni mancano le norme di attuazione dello statuto in materia finanziaria"
LA PROTESTA
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PALERMO – Il Comitato per l’istituzione delle Zone Franche Montane aspetta il passaggio in Camera e Senato della legge “perché in Sicilia da 70anni mancano le norme di attuazione dello statuto in materia finanziaria”. Il comitato afferma: “Il 29 ottobre la commissione Finanza e tesoro del Senato ha chiesto dei chiarimenti all’assessore Armao sulla legge che prevede l’istituzione delle Zone franche montane in Sicilia, approvata all’unanimità dall’Ars il 17 dicembre 2019. Nella risposta che Armao ha dato, ha ribadito il contenuto dell’articolo 6 delle disposizioni approvate dal Parlamento regionale, ovvero, che ‘agli oneri derivanti dall’attuazione della Legge, pari a 300 milioni euro annui, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per gli investimenti strutturali di politica economica’”.

“La Legge attende la validazione dei 2 rami del Parlamento – dice Riccardo Compagnino, esperto di finanza pubblica che fa parte del comitato pro Zfm – in quanto da oltre 70 anni non sono state emanate corrette norme di attuazione dello Statuto in materia finanziaria. Se ciò fosse accaduto non sarebbe stata necessaria nessuna interferenza romana, se non la presa d’atto di prerogative che da sempre sono in capo alla Regione Siciliana”.

“La commissione Finanze e Tesoro del Senato – dice Vincenzo Lapunzina, presidente del comitato – ha atteso per settimane un riscontro dall’assessore Armao, per concludere il percorso istruttorio e passare all’Aula il testo. Il vice presidente della Regione ha ottemperato in ritardo a un suo preciso obbligo istituzionale e questo atteggiamento ha arrecato incalcolabili danni socio-economici a tutte le comunità che vivono nelle montagne dell’Isola. Non possiamo tacere il nostro disappunto e la preoccupazione che proprio dalla Sicilia si voglia rallentare un percorso che è vitale anche per il futuro della Sicilia”.

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