PALERMO – Il nuovo concorso della Rap per 106 operai finisce nella bufera. Ma stavolta ad aprire il fuoco di fila nei confronti della partecipata comunale non sono le opposizioni, bensì la stessa giunta Orlando e gli uffici di Palazzo delle Aquile che aprono un fronte inedito di scontro con la società che si occupa di raccolta dei rifiuti. Casus belli è la determina dello scorso 8 febbraio con cui l’amminstratore unico Girolamo Caruso, su proposta dei suoi uffici, ha approvato il bando per il reclutamento di oltre un centinaio di addetti da far partire dal livello contrattuale più basso, quello chiamato “J”, per aiutare la Rap nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti. Un passaggio burocratico fondamentale, preludio alla pubblicazione del bando vero e proprio.
Peccato che appena due giorni dopo, il 10 febbraio, sia l’assessore al Bilancio, Sergio Marino, a scrivere una nota di fuoco inviata ai vertici più alti della burocrazia comunale. “Dalla lettura dei quotidiani – scrive l’assessore – si prende conoscenza dell’avvio delle procedure concorsuali. Ho effettuato una rapida ricerca sul sito web della Rap e ho preso conoscenza degli atti adottati dall’amministratore unico”. Insomma, l’azienda avrebbe attivato le procedure senza concordarle con il socio unico, cioè il Comune, e senza che la giunta approvasse i documenti propedeutici, cioè piano industriale, budget e piano dei fabbisogni. Da qui la richiesta agli uffici di un “esame degli atti” per “verificare la coerenza con le procedure previste dal controllo analogo e dallo Statuto”.
“Non può non ricordarsi – continua l’assessore – che più volte è stata lamentata la circostanza che le partecipate sfuggono alle regole del controllo analogo e agli obblighi che le devono riportare dentro gli argini del rispetto dei rapporti col socio che, giova ricordarlo, sta vivendo un momento di particolare difficoltà”.
Una missiva che sembra colpire nel segno, visto che oggi il Ragioniere generale ha risposto sottolineando come gli atti dell’amministratore unico di Rap “non siano coerenti con le procedure previste dal controllo analogo e dallo Statuto”. In realtà gli uffici di via Roma vanno anche oltre, ribadendo che secondo loro (a differenza di quanto sostenuto dal Direttore generale) ad approvare gli atti propedeutici dovrebbe essere il consiglio comunale; ma, se anche toccasse alla giunta, questa non lo ha ancora fatto. Una circostanza che, secondo il Ragioniere, deve spingere a valutare “la legittimità delle iniziative che sembra siano state assunte dalla partecipata”.
“Riconosco, come ho sempre fatto, l’assoluta necessità e urgenza che Rap potenzi il personale – spiega Marino a Livesicilia – ma prima del bando per gli autisti avevo chiesto un parere al Segretario generale secondo cui, prima di avviare le procedure, è necessario approvare il piano dei fabbisogni, il budget e il piano industriale. E’ mio obbligo adeguarmi e quindi ritengo sia necessario da parte di Rap attendere l’esito del percorso”.
“La campagna elettorale è alle porte e si nota – attacca Ugo Forello di Oso – I tempi e i modi di questo fantomatico concorso sono politicamente inaccettabili, oltre che del tutto illegittimi. Senza l’approvazione del piano industriale, da parte del Consiglio Comunale, e del piano del fabbisogno non si può procedere ad alcun bando o concorso; purtroppo il presidente della Rap non ha compreso che la partecipata è (o dovrebbe essere) il braccio operativo dell’Ente locale, a cui spettano tutte le decisioni strategiche, gestionali e organizzative”.