PALERMO – Sono tredici e, sebbene la cosa non sia troppo nota, svolgono il servizio di guardie giurate per conto del comune di Palermo. Assunti agli inizio degli anni Novanta e facenti parte del bacino ex dl 24, oggi conosciuto come Coime, in 11 svolgono il proprio servizio al parco Cassarà, al giardino della Zisa e d’estate al teatro di Verdura, mentre due sono addetti alle biblioteche comunali.
Ma riconoscerli non è facile perché queste guardie giurate, sebbene dotate di pistola e regolare porto d’armi, non hanno neanche le divise. E l’unico che ce l’ha se l’è pagata di tasca sua. Ecco l’ennesimo strano caso del comune di Palermo, capace all’inizio dello scorso anno (durante il commissariamento Latella) di assegnare con un bando, al costo di 375mila euro, il servizio di sorveglianza di Palazzo Ziino e della Galleria d’arte moderna pur avendo in organico le guardie giurate.
E non solo ci sono già 13 guardie giurate, ma altri 25 dipendenti Coime sarebbero pronti a trasformarsi subito in guardie giurate, a costo quasi zero per il Comune, che però rimane con le mani in mano. “Al Comune toccherebbe pagare solo la divisa – spiega il dirigente del Coime, Francesco Teriaca – ma il resto, dalla pistola al porto d’armi, sarebbe a carico del lavoratore che manterrebbe il proprio livello. Un anno e mezzo fa avevo già fatto questa proposta, ma attendo ancora risposta”.
La pratica sarebbe perciò ferma negli uffici comunali, con 25 persone in attesa e altre 13 che vivono una situazione assai particolare. “Io sono l’unico con la divisa e solo perché me la sono comprata io – dice Tommaso Reina, in servizio al parco Cassarà – due settimane fa sono stato aggredito durante il servizio da uno squilibrato e non mi sono neanche messo a riposo perché altrimenti sarebbe stato complicato fare i turni al parco”. Le guardie infatti sono troppo poche per assicurare i necessari servizi.
Ma il paradosso è che, per l’appunto, il Comune ha esternalizzato un servizio di sorveglianza armata (base d’asta 375mila euro) che prevede l’impiego di una guardia giurata per la Gam e una unità mobile per Palazzo Ziino, che ha il compito di controllare, fra le altre cose, la chiusura delle imposte, mentre sono relegati ai parchi i 13 che sono i “sopravvissuti” della trentina assunta a inizio anni Novanta. “Prima portavamo solo una fascia – continua Reina – solo con Roberto Clemente, allora assessore al Personale, ottenemmo la divisa. Ma ora siamo abbandonati, e in più ci tolgono quasi 4mila euro per somme non dovute. Oltre al danno, la beffa”. “Allora iniziai questo percorso perché ritenevo che avendo professionalità interne non fosse necessario dare appalti esterni – dice Clemente, oggi deputato regionale – contrastai quel bando perché sarebbe stato più economico far svolgere il servizio internamente, avremmo risparmiato un sacco di soldi. Ma è stato fatto dopo che ce ne siamo andati”.