CATANIA. Adesso l’aspirazione massima è salvare il salvabile. Ammesso che qualcuno sappia come fare. E da dove occorra (ri)cominciare. Il declassamento dell’aeroporto Fontanarossa di Catania pare avere aperto uno squarcio netto, una ferita profonda tra la classe politica e quella imprenditoriale. Non si tratta di un muro contro muro. Ma dell’avere espresso senza troppi giri di parole una paura reale: quella che l’unica infrastruttura che avrebbe dovuto essere, ed in fin dei conti e nonostante tutto lo è ancora, capace di fare da volano per l’economia del territorio etneo abbia tristemente perso la rincorsa per spiccare il volo. Individuare i tanti responsabili, oggi, di una vicenda evidentemente sottovalutata, e parecchio, nei mesi scorsi è se vogliamo quasi del tutto inutile. La domanda all’indomani del voto che ha ufficializzato il declassamento Ue svelato da LiveSiciliaCatania è semmai: e, adesso, come si recupera il terreno perso? Adesso che si fa? Insomma, tentare di comprendere quante possibilità di manovra ci sono ancora per recuperare una partita che si è complicata maledettamente e che riguarda, questo va detto, anche il resto delle infrastrutture e non solo l’aeroporto.
L’attenzione si sposta, ed è naturale che sia così, su quella che dovrà essere la presa di posizione delle istituzioni: di sindaco (Bianco) ed ancor di più del governatore (Crocetta). L’impressione è che non sia più tempo di mezze misure: ci vuole una svolta netta e radicale. Perdere altro tempo sarebbe la certificazione in ceralacca di una sconfitta senza precedenti.
LA NOTA DI URSINO (IL TAVOLO PER LE IMPRESE). “Il sindaco Bianco oggi si scandalizza per la bocciatura di Fontanarossa ma noi lo avevamo avvisato. Lo avevamo invitato a partecipare all’evento promosso dal Tavolo per le imprese, lo scorso 23 settembre. Bianco lavori con determinazione per recuperare la fragile situazione delle infrastrutture logistiche della città. Metaforicamente, il porto e l’aeroporto sono equiparabili ad una miniera d’oro e di diamanti. L’Europa ci chiede di fare sistema infrastrutturale come area vasta, solo così potremo avere una corsia preferenziale nella Programmazione 2014/20. Gli indichiamo anche l’obiettivo: dicembre 2014. In quella data il parlamento Europeo aggiornerà la TEN-T e, con le giuste condizioni, potrebbe inserirci. Operando quella revisione del piano che tutti auspichiamo. Nel caso di suo insuccesso – conclude Ursino – allora Catania ha sbagliato sindaco”.
LA NOTA DELLA CGIL. “La CGIL e la FILT Cgil di Catania chiedono al sindaco Bianco e al presidente Crocetta di assumere con forza ogni possibile iniziativa per invertire la pericolosa tendenza che sta investendo l’aeroporto Fontanarossa, che oggi non si ritrova all’interno della prima fascia degli scali europei. Il sindacato ha stilato un documento dove chiede all’amministrazione comunale “di farsi promotore immediato della convocazione di tutte le forze sindacali, produttive, e di tutta la deputazione nazionale, regionale ed europea catanese, al fine di studiare precise contromosse nel breve e medio periodo a tutela dei trasporti e dell’aeroporto catanesi, essenziali per Catania e per la Sicilia orientale. Un primo passo potrebbe essere quello di ragionare in termini di integrazione con l’intero sistema dei trasporti (mossa che la CGIL auspica da sempre) , a partire dalla necessità che i treni arrivino direttamente in aeroporto, come accade in tutti gli scali”.