ACI SANT’ANTONIO (CATANIA) – Il Pm Francesco Rio ha chiesto di condannare all’ergastolo Antonino Cosentino, il 34enne imputato e reo confesso per l’omicidio dell’ex socio di suo padre, Francesco Ilardi. La requisitoria del pm è arrivata ieri. Le arringhe dei difensori dell’imputato sono in programma per il 18 novembre.
Quel giorno stesso potrebbe essere emessa la sentenza di primo grado, salvo richieste di replica da parte del pubblico ministero. II delitto risale al 27 febbraio dell’anno scorso e avvenne in via Vittorio Emanuele ad Aci Sant’Antonio. Il processo si celebra in Corte d’assise. La vittima era un commerciante all’ingrosso di pollame.
Il processo
Alla base del delitto vi sarebbe un movente di natura economica. In aula hanno sfilato tutti i testimoni di accusa e difesa, oltre che della parte civile. I consulenti della difesa, chiamati per ricostruire la dinamica del delitto, hanno parlato di colpi esplosi verso il basso, tesi che potrebbe far ipotizzare che Cosentino non avesse volontà di uccidere la vittima.
È un particolare che potrebbe rivelarsi decisivo, perché l’intenzionalità, o la mancata intenzionalità, del gesto fa la differenza. Nel corso del dibattimento sono state acquisite sue dichiarazioni rese dal figlio della vittima, che era stato con il padre sino a pochi minuti prima del delitto.
I testimoni
Sentito in aula, tra gli altri, anche il comandante della sezione d’investigazioni scientifiche del comando provinciale dei carabinieri. I familiari della vittima, parte civile, sono assistiti dall’avvocato Umberto Terranova. Il pm Rio ha anche personalmente coordinato le indagini, svolte dai carabinieri.
Cosentino, si ricorda, fu fermato dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania dopo essersi allontanato dalla scena del delitto. Dopo aver sparato, infatti, avrebbe lasciato sul posto la sua auto, una Suzuki SX4. Quando i carabinieri lo hanno bloccato, era con suo padre e con un legale: stava andando a costituirsi.
Il delitto di via Vittorio Emanuele
I carabinieri avevano rinvenuto tracce di polvere da sparo nell’auto. L’accusa si basa sulle attività svolte dai militari, supportate anche dalle immagini delle videocamere di sorveglianza della zona.
Secondo quanto è emerso, dopo l’arresto, Cosentino avrebbe ammesso le proprie responsabilità, pur negando di aver avuto alcuna volontà di uccidere la vittima. Sta di fatto che l’accusa è omicidio volontario.