Il diario di un passeggero - Live Sicilia

Il diario di un passeggero

Il traghetto maledetto
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di LAURA NICASTRO Mi guardo intorno e penso che in fondo sono fortunata. Alla fine, la mia Odissea durera’ ”solo” due giorni. Per altri 800 passeggeri, sui miei 1.500 compagni di viaggio, invece l’avventura va avanti da molte piu’ ore. Sono quelli che hanno fatti i biglietti all’ultimo momento, dopo avere visto annullare per la neve ed il ghiaccio i loro voli per la Sicilia da Linate, Malpensa, Bergamo, ma anche da Genova e Venezia. Loro avrebbero dovuto essere in Sicilia gia’ da parecchie ore. Le facce sfatte, i visi tirati sono quelli di chi ha passato la notte insonne. Notte insonne dopo ore di paura e tensione per un inizio di vacanze da dimenticare. Tutto e’ cominciato con un principio di incendio in sala macchine sul traghetto La Superba, che, sotto le insegne di Grandi Navi Veloci, da Genova porta a Palermo. Tantissimo fumo che ha allarmato tutti. L’inizio della fine e’ arrivato poco prima della partenza, alle 22. Quando la voce del comandante annuncia: ” Squadra Falco pronta in sala macchine”. Da quel momento e’ iniziato il giorno piu’ lungo per noi passeggeri. L’equipaggio ci ha fatto lasciare le cabine, le sale poltrone e ci ha detto di radunarci tutti nei punti di ritrovo, i saloni dei ponti sette e nove. ”Non e’ niente di grave. State tranquilli. Si tratta solo di un black out” continuano a ripeterci. Eppure, scendendo alcuni ponti la puzza aumenta, da fuori si vede anche il fumo che sale. Solo a mezzanotte e mezza ci dicono di scendere, dopo annunci vaghi e lunghi silenzi. E dalla Superba, ammassati come buoi sugli autobus navetta messi a disposizione, ci trasferiscono sotto la pioggia battente sulla Splendid, il traghetto che da Genova va a Tunisi e che era in sosta in porto. Qui, in teoria, avremmo dovuto dormire, per poi recuperare i mezzi l’indomani. In realta’, la notte passa lentamente e faticosamente. Alle due e mezzo riescono a entrare gli ultimi passeggeri. Ma la nave e’ troppo piccola e anche chi ha prenotato la cabina si ritrova a riposare alcune ore su giacigli di fortuna. Intere famiglie con figli anche appena nati accampate come meglio potevano sui divani dei saloni, per terra nei corridoi, con la testa sui tavoli del bar. E il freddo intenso, dell’aria condizionata, che fa battere i denti, che ti sveglia in preda ai brividi. E il mancato sonno si ripercuote sui nervi. Le urla e i litigi si susseguono, si rischia la rissa tra passeggeri per un giaciglio occupato da un altro. Solo alle nove del mattino ci dicono di scendere dalla nave e di riprendere gli automezzi. Alle undici, in lontananza,si vede arrivare La Suprema, la nave, gemella della Superba, sulla quale Grandi Navi Veloci ci riproteggera’. E ricomincia la transumanza di auto e moto, donne e passeggini. Alle 14 siamo tutti a bordo, pronti a esultare per l’annuncio della vera partenza. Ma non e’ finita, perche’ il diavolo ci mette ancora lo zampino per non farci trascorrere la vigilia di Natale con i nostri cari. Un portuale della Culmv rimane schiacciato nel garage mentre assicura un semirimorchio ai fermi della nave poco prima che vengano mollati gli ormeggi. Ci diranno poi che e’ morto. Siamo disorientati, addolorati per la vittima e la sua famiglia ma temiamo davvero di non riuscire ad arrivare a Palermo in tempo per Natale. Ma alle 17 la nave si muove e prende il largo. Siamo salvi, ora il mare aperto non ci fa piu’ nemmeno paura. Pensiamo solo che una famiglia trascorrera’ una Natale disperato e che Gianmarco Desana, il camallo morto per lavoro, non tornera’ piu’ a casa.

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