PALERMO – Umiltà e talento al servizio della squadra. La serie A scopre il fiuto del gol di Andrea Belotti. L’attaccante bergamasco, alla prima da titolare in massima serie, si è presentato al grande calcio con una doppietta messa a segno in quello che fu il tempio di tale Diego Armando Maradona: lo stadio “San Paolo” di Napoli.
Nonostante le luci della ribalta e i titoli dei giornali, il Gallo rimane con i piedi per terra: “Esordire in questo modo è straordinario – ammette -. Giocare contro campioni come Higuain e Callejon vuol dire essere arrivato in una categoria dove bisogna fare sul serio. Devo ringraziare la mia famiglia e i miei amici, che mi hanno sostenuto rimanendomi accanto nei momenti più difficili”. In queste parole c’è tutta l’essenza di un ragazzo cresciuto a pane, sacrifici e pallone, rimasto genuino nonostante il grande salto dai campi della Lega Pro alle prime voci su una possibile convocazione in Nazionale in poco più d’un anno.
Belotti vuol bruciare le tappe, e un esordio così roboante appare quasi la naturale conseguenza di un cammino partito da lontano, dai primi passi mossi con la maglia della squadra di un piccolo borgo, la Grumellese. Oltre che al prestigio e al valore del cartellino, le due firme apposte dall’enfant prodige orobico sul tabellino del match hanno avuto il merito di giovare alla classifica del Palermo e, con ogni probabilità, hanno garantito un’altra settimana di relativa tranquillità a mister Iachini. Una sorta d’indiretta ricompensa per la chance dal primo minuto concessagli dal tecnico ascolano, che contro i partenopei ha deciso di rompere gli indugi e lanciare il tridente completato da Vazquez e Dybala. Una soluzione a furor di popolo, per la quale si erano spesi anche i nostri lettori attraverso l’iniziativa “La formazione la fai tu”.
La doppietta siglata alla formazione di Benitez, inoltre, ha consentito al centravanti di Calcinate di mettere in mostra due dei principali pezzi del suo repertorio: il colpo di testa, che già nella passata stagione aveva fruttato al Palermo vittorie chiave ai fini della promozione, e la rapidità d’esecuzione sotto porta. Da ricordare anche il palo colpito con una botta dalla lunga distanza (altra specialità della casa) sul momentaneo 3-2 per il Napoli, per certi aspetti simile alla prima rete realizzata al “Barbera”, nel derby di B della passata stagione contro il Trapani.
Smaltita la sbornia del debutto trionfale, il gioco adesso si farà ancora più duro per il golden boy rosanero. I tifosi penderanno dalle sue giocate, i difensori avversari cominceranno a conoscerlo e tenteranno di prendergli le contromisure. Il compito di Belotti dovrà essere quello di sottrarsi alla marcatura dell’antagonista più ostico: la pressione. Il percorso è tracciato, sono vietate scorciatoie o uscite di strada che rischierebbero d’avere solo effetti nocivi sulla sua carriera. Il calcio italiano, specie in questo momento storico, ha bisogno di ben altro di un’ennesima supernova esplosa e svanita prematuramente. L’alba di una carriera luminosa è appena sorta. Ed il Gallo ha già cantato due volte.