PALERMO – Il governo “antimafia” toglie i soldi per la lotta alla mafia. Il bilancio è appena approdato a Palazzo dei Normanni, ma sta già raccogliendo “dissensi” un po’ dovunque. Oggi, in prima commissione, in particolare, la tensione è stata molto alta. L’assessore alla Famiglia e alle politiche sociali Ester Bonafede, infatti, ha consegnato ai deputati i capitolo di bilancio di propria pertinenza. E i parlamentari sono saltati sulla sedia. La “rubrica 2, titolo 1” dell’assessorato della Famiglia, infatti, non è un “pezzo di bilancio” come gli altri. È quello dedicato alla “lotta alla mafia e alla criminalità organizzata”. Lì, l’esecutivo è intervenuto davvero con la mannaia. Riducendo a un decimo i fondi destinati ad associazioni antiracket o agli imprenditori che si ribellano al pizzo. Da 1,2 milioni del bilancio 2013 ad appena 154 mila euro per quest’anno.
Ma al di là della cifra complessiva della rubrica, a fare impressione sono i tagli sui singoli capitoli del bilancio. E soprattutto la cifra finale che il governo ha deciso di stanziare per le varie voci. Per il “Fondo di solidarietà per le vittime di richieste estorsive” si passa dai 34 mila ai 13 mila euro, per il “contributo alle associazioni antiracket riconosciute, a Fondazioni, a centri ed altre strutture associative aventi sede in Sicilia per il perseguimento di finalità connesse all’assistenza, alla tutela, alla informazione dei soggetti che abbiano subito richieste o atti estorsivi” si passa dai 251.000 ai 23.000 euro. E ancora, dai 70 mila euro previsti per la formazione degli orfani vittime della mafia, della criminalità e del dovere si passa a 8 mila euro. Taglio pesantissimo per l’assunzione delle vittime di mafia negli enti locali: da 229 a 49 mila euro, scendono anche gli indennizzi “una tantum” per le vittime della criminalità organizzata (da 60 a 15 mila euro) e per i danni a immobili e mezzi di trasporto causati da Cosa Nostra (da 26 a cinque mila euro).
Ma non solo. Il governo ha deciso di ridurre in modo drastico il “Fondo regionale per le parti civili nei processi contro la mafia”: da 157 a 20 mila euro, mentre scendono nettamente i contributi fiscali per gli imprenditori che denunciano il pizzo. In questo caso, la somma inizialmente prevista in bilancio per il 2013 era di 318 mila euro. Ma nel corso dell’anno, attraverso alcune variazioni, è stata portata a quasi 2,9 milioni di euro. Per il 2014, invece, la cifra stanziata è di… 11 mila euro. Una cifra evidentemente inutile. O quasi. Comunque non come quella stanziata a favore delle “vittime del dovere, nonché per i cittadini deceduti nel compimento di un atto eroico”: duemila euro in un anno.
“Tanto vale la vita di un uomo – ha protestato il componente della prima commissione e deputato di Articolo 4 Paolo Ruggirello – per questo governo? Un governo che sbandiera ovunque la necessità di contrastare la criminalità organizzata e di lavorare per la legalità, poi, decide di togliere i fondi per le vittime della mafia. Un fatto scandaloso e inaccettabile. Con quei tagli – aggiunge Ruggirello – è come se l’esecutivo ci volesse spiegare che la mafia in Sicilia non esiste più, e che quindi quei contributi sono inutili”.
Una insoddisfazione manifestata, pare con toni assai accesi, anche di fronte all’assessore al ramo, Ester Bonafede. Ma oltre alle lamentele, il deputato, insieme ai colleghi di Articolo 4, sta per presentare un emendamento che suona anche un po’ come una provocazione. “Nella bozza del bilancio che è giunta a Palazzo dei Normanni – spiega sempre Ruggirello – il capitolo riguardante le indennità del presidente della Regione e dei suoi assessori non è mutato in maniera proporzionale ai tagli previsti con la legge di ‘Spending review’ appena approvata dal parlamento. Per questo, chiederemo che quel capitolo sia ridotto della somma risparmiata con l’introduzione delle nuove indennità. E quel risparmio andrà riversato nel capitolo riguardante la lotta alla mafia, che il governo ha vergognosamente ridotto al minimo”.
“Se le previsioni di bilancio del governo Crocetta in tema di sostegno alle persone e associazioni impegnate nella lotta alla mafia – ha dichiarato il presidente della Commissione antimafia Nello Musumeci – dovessero restare quelle presentate in commissione, sarebbe un danno gravissimo in termini materiali e morali. Siamo passati da circa un milione e mezzo di euro dello scorso anno a circa 150 mila euro per il 2014. Un taglio irragionevole sotto ogni punto di vista. Spero proprio che il governo voglia correggere in tempo l’assurda previsione e dare ossigeno a quanti, sul territorio, si spendono per la difesa della legalità”.