La quiete dopo la tempesta. In via Arrigo Boito, dopo i tafferugli di ieri, si è svolta un’assemblea pubblica indetta dal collettivo autonomo del Laboratorio Zeta col supporto dei Cobas per chiedere la restituzione del plesso. Nonostante la pioggia più di trecento cittadini erano presenti. Si è discusso dei risvolti negativi della giornata di ieri, che ha contato cinque feriti e tre arrestati, tutti rilasciati nel primo pomeriggio di oggi, e si è dato il via ad un’azione collettiva che vede coinvolti anche altri centri sociali nazionali per riavere indietro la sede del Laboratorio Zeta e, così, aver riconosciuto il diritto ad usufruire della struttura di proprietà dell’Istituto autonomo case popolari, con il quale è previsto un incontro venerdì 22 gennaio proprio per discutere della questione. Sabato mattina, invece, partirà dalla via Arrigo Boito una manifestazione di solidarietà per i rifugiati politici sudanesi sfrattati dal centro sociale di Palermo.
“La confederazione Cobas della Sicilia denuncia l’ignobile azione repressiva attuata martedì 19 gennaio che con un ingente spiegamento di carabinieri e polizia ha sgomberato il Laboratorio Zeta di Palermo” recitano le prime righe della lettera inviata dai Cobas al sindaco di Palermo, Diego Cammarata, e al Prefetto della città, Giancarlo Trevisone. Hanno preso parte alla conferenza Dario Riccobono, Loriana Cavaleri e Totò Cavaleri, rappresentanti del centro sociale, a fra gli altri il sindacalista della Cgil Pietro Milazzo, il segretario Cobas Renato Franzitta e ilcConsigliere comunale Fabrizio Ferrandelli.
A presidiare la zona, sempre da ieri mattina, due cordoni di sicurezza composti da polizia e carabinieri in tenuta antisommossa che chiudono la via Arrigo Boito, permettendo il passaggio solo ai residenti.