Matteo Messina Denaro è su Facebook. Il boss siciliano, considerato fra i latitanti più ricercati al mondo è reperibile online e – probabilmente – disposto ad accettare la richiesta d’amicizia degli utenti più curiosi che si mostreranno interessati a conoscerlo. Basta infatti digitare il suo nome completo sul social di Mark Zuckerberg perché si materializzi una lista di contatti, tutti corredati di foto, informazioni di lavoro e (curiosamente) anche della residenza.
Si tratta ovviamente di una serie di profili falsi, identità fake create da “simpatici smanettoni” o fanatici della rete, divertiti (forse) dal dare un’identità virtuale all’esponente di cosa nostra. “Mafia (con riferimento a un noto videogioco americano) è il mio preferito, ci gioco sempre con i pentiti prima di scioglierli” posta uno fra i profili Facebook del boss. Una sottile vena di black humor in grado di “acchiappare” anche qualche “like” e altre reazioni di approvazione. Un altro account riporta che il boss, dismessi (forse) i panni del latitante, avrebbe deciso di studiare, diplomandosi al Liceo Scientifico “Francesco Severi” di Salerno, giusto nell’estate scorsa.
Ma c’è chi osa di più: un altro internauta azzarda addirittura una laurea in chirurgia maxillo-facciale presso l’Università degli studi di Catania. In barba alla diffusa disoccupazione dell’isola, il “Dott. Messina Denaro” fresco di titolo accademico avrebbe perfino trovato lavoro, presso il “collega di cosa nostra” Benedetto Santapaola. Da quanto si apprende da un altro profilo creato a suo nome, il latitante avrebbe oggi trovato una sede stabile e comoda a Caracas, svolgendo con molta nonchalance l’attività di pusher.
Infine, c’è chi si sbilancia pure sui relativi gusti musicali, facendo intendere che il boss abbia unito la passione per le canzoni di Julio Iglesias a quella per la voce del giovane Justin Bieber. Per chiudere il quadro, come ogni vip che si rispetti, Messina Denaro ha anche una pagina con fan a seguito: 511 per l’esattezza sono gli utenti che hanno mostrato tanto interesse per le sue attività tanto da iniziare a seguirlo sul social. Un personaggio “pop”, se si fa un giro sul social network, utile a sorreggere l’umorismo dei creatori di quelle pagine. Che forse hanno dimenticato, o in qualche caso non sanno nemmeno, di cosa sia stata capace di fare l’organizzazione criminale Cosa nostra. Disseminare sangue e tragedie sulle strade della Sicilia e dell’Italia. E non in un videogioco.