PALERMO – “Questa mattina è stata formalizzata la procedura di licenziamento collettivo per 1.670 lavoratori palermitani di Almaviva. L’esubero dichiarato si attesta a 918 unità per la realtà di Roma, 400 per la realtà di Napoli e 1.670 per Palermo. L’azienda ha illustrato, infatti, i numeri relativi al “margine diretto di produzione” e a Palermo il rapporto ha certificato il 9,6 per cento di ricavi a fronte di un obiettivo minimo che si sarebbe dovuto attestare attorno al 21%. Secondo l’azienda questi risultati, dovuti ai processi di delocalizzazione delle gare al massimo ribasso e delle assenze di regole utili al settore dell’outsourcing, hanno costretto al licenziamento.
Nel primo pomeriggio il gruppo Almaviva ha diffuso una nota ufficiale che certifica il varo dei tagli al personale e che riportiamo integralmente. “In relazione ai caratteri strutturali assunti dalla crisi del settore italiano dei call center, AlmavivA Contact – società del Gruppo AlmavivA, tra i leader mondiali nell’outsourcing di servizi CRM – ha comunicato oggi alle Organizzazioni Sindacali e al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’apertura di una procedura di riduzione del personale, nel quadro di un complessivo piano di riorganizzazione aziendale. Il piano è diretto al necessario obiettivo di garantire condizioni di equilibrio industriale e di avviare, nel medio periodo, un percorso di rilancio del posizionamento di mercato nel settore italiano del CRM operativo. In uno scenario di mercato dominato da fattori distorsivi che seguitano ad alterare profondamente il contesto competitivo, dal mancato rispetto delle norme sulle delocalizzazioni di attività in Paesi extra UE all’utilizzo opportunistico degli incentivi per l’occupazione, contrassegnato dal calo progressivo dei volumi totali lavorati in Italia e dalla continua compressione del prezzo dei servizi, AlmavivA Contact ha dovuto registrare tra il 2011 e il 2015 una contrazione dei ricavi del 33% sul mercato italiano”.
“Le scelte fin qui operate dalla Società – continua l’azienda -, volte a sostenere l’impegno produttivo, a consolidare il proprio radicamento nel territorio nazionale e a salvaguardare la continuità dell’intera forza occupazionale, anche attraverso il pluriennale ricorso a strumenti di solidarietà difensiva per gestire gli esuberi dichiarati, non sono più sufficienti a fronteggiare, in assenza di iniziative correttive, la situazione di crisi strutturale che, solo nell’ultimo biennio, ha provocato sul perimetro italiano del CRM circa 16 milioni di euro di perdite per l’Azienda e ha già comportato ricapitalizzazioni da parte dei Soci per circa 50 milioni di euro. L’accertata insostenibilità delle attività svolte alle condizioni attuali – prosegue la nota – rende necessario e urgente per AlmavivA Contact un articolato intervento di riorganizzazione, le cui linee direttrici sono costituite da riduzione dei costi, efficientamento degli assetti logistici, valorizzazione delle leve di sviluppo commerciale basate su tecnologie proprietarie e dalla semplificazione della struttura organizzativa. Contestualmente, tenuto conto dei principali indicatori economici e produttivi di ciascun sito, il piano prevede una riduzione del personale per un massimo di 2.990 persone con riferimento alle sedi di Roma (fino a 920 persone), di Napoli (fino a 400 persone) e di Palermo (fino a 1670 persone). Il piano – conclude la nota dell’azienda – coinvolge il 6% del personale attualmente in forza al Gruppo a livello globale (50 mila persone, in sette Paesi). Nel corso dei prossimi settantacinque giorni, in base alle previsioni della normativa in materia, la Società si confronterà con le Organizzazioni Sindacali per esaminare l’impatto sociale ed occupazionale della procedura”.
“È arrivato il giorno X – spiega Loredana Ilardi, dipendente del call center Alitalia -. Oggi scade il contratto di solidarietà e si contano gli esuberi sui centri più coinvolti. A Palermo sono quasi 2.000. Su Roma più di 900. Il 40 per cento della forza lavoro per la sola sede di Palermo”.
Al sit in davanti la sede storica di Palermo stanno partecipando oltre 200 persone. Domani è previsto uno sciopero, con concentramento all’Ars. “Il governo regionale è assente – prosegue la lavoratrice di Almaviva -. La regione si era adoperata per un tavolo tecnico e poi non se n’è fatto più nulla. Sono tre anni che urliamo disperazione. I numeri sono pietosi, questo è un disastro sociale. Qui lavorano persone tutte laureate. Se dovesse succedere quello che temiamo, i primi a saltare sarebbero gli ultimi entrati”.
Intanto il web si mobilità e abbraccia virtualmente Almaviva. A suon di #renzisveglia e #siamotuttialmaviva, la rete è invasa di messaggi a supporto dei lavoratori. “Almeno suo social network la gente ci è vicina – conclude Loredana Ilardi -. Oggi non c’è nessun rappresentante delle istituzioni. La stragrande maggioranza dei lavoratori ha un solo reddito, molti sposati tra colleghi. Questo è il popolo di Almaviva e bisogna fare qualcosa”.
Decisione devastante per migliaia di famiglie. La UilCom Sicilia, questa mattina, ha ribadito ancora una volta che va cercata una soluzione immediata, riaprendo la trattativa con il Governo nazionale. I grossi committenti, pubblici e privati, devono garantire la sostenibilità delle commesse presenti in Sicilia, Almaviva deve utilizzare gli ammortizzatori sociali (pari a 61 milioni di euro) messi a disposizione dal Governo e partecipare attivamente a un processo di normalizzazione dell’intero settore”. Lo sostiene il segretario regionale, Giuseppe Tumminia, che aggiunge: “Abbiamo sollecitato, con l’appoggio delle Istituzioni, l’Azienda a cercare soluzioni per salvare lavoro e lavoratori. Se però Almaviva non è disposta ad impegnarsi è opportuno che passi la mano a qualche imprenditore disposto a garantire la continuità occupazionale o a Palermo scoppierà il caos. Non è pensabile che si mettano per strada migliaia di persone. Intanto domani, ancora una volta, migliaia di lavoratori sciopereranno, in piazza, Indipendenza, per sollecitare la politica ad assumere un ruolo attivo. Per questa vertenza servono misure eccezionali e ognuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità”.
Le reazioni. “È inaccettabile che migliaia di lavoratori siciliani della società di call center Almaviva rischino il loro posto di lavoro nell’assoluta latitanza del governo regionale, e di Crocetta in particolare, che non si è mai concretamente interessato ad una situazione di difficoltà che va avanti da più di tre anni – dichiara Salvo Pogliese, parlamentare europeo di Forza Italia -. La Sicilia già in forte crisi economica e sociale non può permettersi la perdita di altri posti di lavoro, le Istituzioni regionali devono attivarsi immediatamente per scongiurare licenziamenti in Almaviva”.
“È un dato devastante per la nostra città – commenta il deputato di Sinistra italiana Erasmo Palazzotto -. Un risultato frutto anche del disinteresse del governo nazionale e di quello regionale, che non hanno saputo e voluto muovere un dito, fino all’epilogo di oggi. La verità è che i lavoratori almaviva sono stato lasciati soli a difendere il proprio lavoro e il proprio futuro”.
“Non possiamo accettare questo atteggiamento da parte dell’azienda che non solo dichiara gli esuberi, ma di fatto sancisce anche il rifiuto di continuare ad utilizzare gli ammortizzatori sociali, considerati costosi, poco flessibili e di difficile gestione. Si tratta di 1670 famiglie solo a Palermo, la trattativa sarà in salita ma non possiamo consentire che questi lavoratori vengano licenziati”. Ad affermarlo sono Eliana Puma Rsu Fistel Cisl e Francesco Assisi segretario Fistel Cisl Palermo Trapani. Domani la prima giornata di protesta dopo l’annuncio. I lavoratori sciopereranno e si ritroveranno in in piazza Indipendenza dalle ore 9 per un sit in.
“I parlamentari di ogni schieramento hanno il dovere di trovare una soluzione per Almaviva, altrimenti scoppierà un’emergenza sociale senza precedenti. Per anni abbiamo ascoltati proclami di solidarietà e buone intenzioni di politici romani e locali, ma oggi si concretizzano 2.700 licenziamenti al Sud di cui oltre 1.600 solo a Palermo. Questa è la generazione che, 10 anni fa, ha preferito rimanere in Sicilia, ha scommesso sul futuro di questa Italia e di questa terra e, seppur laureata, si è accontentata anche di un posto sottopagato in un call center. Oggi vengono abbandonati dalla politica. Il Pd si svegli, tra un po’ rimarranno solo dirigenti e parlamentari, gli elettori si danno alla grande fuga”. Lo dice il capogruppo di Comitati Civici al consiglio comunale di Palermo Filippo Occhipinti.
“Almaviva dichiara di avere in tutte le sue sedi un 25 per cento di lavoratori in esubero – spiega Fabio Miraglia, segretario provinciale di Ugl -. Su 7.862 unità in tutta Italia, 2.988. sarebbero in esubero di 1.670 solo a Palermo. Affidandoci alla matematica, vengono contate 1.022 persone in più del previsto. Ci dovrebbero essere 1.022 persone in meno in mobilità. Si tratta di una macelleria sociale. Uno sì e uno no verrà licenziato. Secondo i criteri di legge, adesso andrebbero via gli assunti più nuovi che costano di meno all’azienda, anziché quelli più vecchi il cui costo di lavoro è superiore. Il timore è che domani possano saltare tutte le teste, anche di quelli assunti da molto più tempo.mNon è responsabilità dei lavoratori se Palermo produce poco, ma semmai dell’azienda che porta commesse in perdita. Abbiamo chiesto un tavolo nazionale, a Roma. Entro sette giorni dovranno fissare una data e, con noi, discutere punto su punto ciò che ci è stato detto durante quest’incontro. Palermo, Roma e Napoli sono poli in perdita per loro. E il paradosso è che l’azienda non ha intenzione di usare gli ammortizzatori sociali messi a disposizione dal Governo. Questo indica che loro hanno intenzione di andare via. Loro delocalizzeranno nell’ambito della comunità europea. Non ci è stato detto quando e per quali commesse però”.
“Con l’avvio della procedura di mobilità dei 1670 dipendenti Almavia su Palermo, oggi si apre un dramma senza precedenti per le lavoratrici e i lavoratori, così come per tutta la città. È una scelta grave, che compromette l’avvio di un percorso di salvaguardia attorno al settore dei call center intrapreso al Tavolo di Settore del 09 marzo scorso al MISE. E’ necessario che il governo convochi un tavolo urgente di crisi territoriale per un intervento di natura straordinaria, dinnanzi ad un numero di lavoratrici e lavoratori coinvolti che rappresenta una pesantissima ed insostenibile ricaduta sociale per la città. Auspichiamo che il Governo Nazionale attivi una verifica urgente sul fronte degli ammortizzatori sociali, delle strategie attuative delle norme esistenti per bloccare il processo di delocalizzazione e di quanto previsto dalla neo clausola sociale affinché aziende come Enel o Poste italiane salvaguardino il principio della territorialità nell’affidamento delle gare. L’avvio della procedura consegna a Palermo un risultato devastante per le migliaia di famiglie coinvolte”. Lo ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando.