PALERMO – I 479.562 voti di cinque anni fa si sono dimezzati, così come i deputati eletti, ma in casa M5s Sicilia il ragionamento sul voto europeo non viene declinato in termini di debacle. L’Isola, infatti, continua a rappresentare un tesoretto di voti per un movimento che a livello nazionale “avrà bisogno di una riflessione” (Giuseppe Conte docet).
M5s, in Sicilia la riserva di voti
Non sono più i tempi d’oro del grillismo, delle roccaforti M5s alle Amministrative e delle traversate a nuoto dello Stretto ma la Sicilia per il movimento rappresenta ancora una riserva di voti. Un piccolo cuscinetto sul quale ammorbidire l’asprezza di quel 10% ottenuto a livello nazionale. Nell’Isola i pentastellati hanno raggiunto il 16,2% eleggendo un parlamentare europeo: Giuseppe Antoci.
Di Paola: “In Sicilia il movimento tiene”
“Siamo ben davanti rispetto al dato nazionale”, sottolinea il coordinatore regionale Nuccio Di Paola che non ci sta a una interpretazione totalmente pessimistica del momento anche se cinque anni fa il voto regalò un 31,2% e due parlamentari europei. “In Sicilia siamo comunque il primo partito della coalizione che si contrappone al centrodestra e abbiamo un dato che ha contribuito ad innalzare la percentuale complessiva”, ricorda ancora Di Paola.
Date le necessarie premesse, “concordo comunque sulla riflessione auspicata da Conte”, aggiunge il vice presidente dell’Ars. Il voto per l’Europarlamento, infatti, potrebbe far maturare nel M5s l’idea che nelle competizioni con le preferenze le candidature provenienti dal basso scontano un gap di notorietà.
Il nodo candidature in casa M5s
“In Sicilia abbiamo fatto una bella proposta, quella di Antoci, che ha riscosso molto consenso – osserva Di Paola -. Auspico che in futuro, per questo tipo di elezioni, si persegua sempre di più l’idea di fare ricorso a delle belle figure che interpretino al meglio i nostri temi e che possano rappresentare un valore aggiunto”. Oltre ai 64.626 voti di Antoci, infatti, ci sono i 39.506 consensi di Cinzia Pilo, anche lei scelta da Conte, così come l’ex presidente del Parco dei Nebrodi.
Il primo candidato proveniente dal voto della base, l’ex sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, è a quota 31mila e gli altri cinque nomi in corsa sono rimasti palesemente indietro. “Tutto questo, in una competizione con dei recordman di preferenze, alla fine si paga”, ancora Di Paola.
Il voto alle Amministrative
Accanto alle Europee, tuttavia, c’è anche un voto sulle Amministrative da analizzare e il chiaroscuro delle Europee lascia il posto a più di un rammarico. La bandiera M5s viene ammainata dai comuni di Caltanissetta e Castelvetrano. I pentastellati, però, sono in corsa a Gela, nel ballottaggio tra Giuseppe Terenziano Di Stefano e Grazia Rita Cosentino.
A Castelvetrano è netta la bocciatura di Enzo Alfano, che chiude con il 4,4%. Storia diversa, invece, a Caltanissetta dove l’uscente M5s Roberto Gambino è rimasto fuori dal ballottaggio, “per via dell’assenza del Pd dalla coalizione – ricorda Di Paola -. La città ha premiato Roberto, che ha preso ben dieci punti percentuali in più rispetto alle sue liste e che per poco non ha centrato il ballottaggio”.
Nella coalizione di Gambino, infatti, c’era anche Cateno De Luca ma non i dem. Code polemiche di una campagna elettorale proporzionale che mette contro anche gli alleati che poi sui tavoli regionali lavorano gomito a gomito all’alternativa al centrodestra.