PALERMO – Un cliente della baby squillo, alcune strane telefonate e una versione che non convince. L’indagine parte dal racconto della sedicenne: “Con lui ho avuto rapporti sessuali completi soltanto una volta per i quali mi diede 150 euro. Ricordo che il rapporto l’abbiamo avuto presso lo studio medico”.
In realtà il cliente di Naomi, così si faceva chiamare, non è un medico, ma si occupa di attrezzature sanitarie. Il 23 marzo era stato convocato dai poliziotti della squadra mobile a cui aveva detto di avere incontrato la minorenne e Dario Nicolicchia, l’uomo arrestato per sfruttamento della prostituzione, per un normale colloquio di lavoro. Aveva risposto ad un annuncio. Il 6 maggio il cliente viene di nuovo convocato. Qualche ora dopo Livesicilia darà la notizia dell’arresto di Dario Pandolfini, il poliziotto dell’ufficio scorte che lo avrebbe messo in contatto con Nicolicchia e la minorenne. Quest’ultimo per alcuni mesi avrebbe celato la sua identità. Si presentava come l'”avvocato Francesco”. Agli investigatori il cliente dice di avere fatto “mente locale”. Vuole aggiungere dei particolari.
Nell’estate del 2014 è stato contattato tramite uno dei suoi account Facebook “da un tale Francesco che mi disse anche di essere un avvocato, mi invitò a consultare un sito di incontri per adulti… abbiamo poi parlato solo di lavoro, mi disse che stava aprendo un’attività che avrebbe garantito ottimi guadagni e che cercava rappresentanti”. Spiega, però, che con l’avvocato Francesco non si è mai incontrato, né sentito al telefono, mai avuto rapporti sessuali a pagamento con ragazze da lui segnalate. Strano, secondo gli investigatori, perché il giorno del primo interrogatorio aveva ricevuto una telefonata da un uomo che si era presentato con il nome Francesco. Il suo telefono era intercettato.
“…Mi ha chiamato un tizio che non conoscevo, da un numero sconosciuto – racconta il cliente agli investigatori – voleva incontrarmi per una consulenza… all’indomani mi contattò… mi disse che ero stato all’interrogatorio… a quel punto ho chiuso la conversazione e mi sono consultato con il mio avvocato… dopo dieci minuti mi ha richiamato… gli ho detto che potevamo vederci al bar Alba… poi mi ha contattato – aggiunge – dicendomi che aveva avuto un contrattempo… ho messo in correlazione le due telefonate con le indagini sulla baby squillo che hanno avuto in questi giorni una rilevanza mediatica… credevo fosse un giornalista…”.
Un giornalista, dunque. Non l’uomo che gli avrebbe procurato un incontro sessuale a pagamento. I poliziotti non gli credono. La domanda è secca: durante la conversazione è emerso il nome Dario Nicolicchia? Altrettanto secca la risposta: “Assolutamente, no”. A questo punto gli fanno ascoltare la telefonata intercettata in cui il nome Dario Nicolicchia era stato pronunciato in maniera chiara. Il cliente non cambia versione: “Non conosco questo Francesco e non è lo stesso Francesco che mi contattò tramite Facebook”. Versione che, al momento, non convincerebbe gli investigatori. L’uomo resta sotto inchiesta assieme ad altri clienti. Un elenco che, di giorno in giorno, aumenta di numero.