Il ministro Romani ai sindacati:| "Pronti a trovare una soluzione" - Live Sicilia

Il ministro Romani ai sindacati:| “Pronti a trovare una soluzione”

Termini Imerese
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Il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, dopo un incontro oggi pomeriggio alle 16 con l’advisor Invitalia “per fare il punto”, aprirà “immediatamente” un tavolo con i sindacati sui sette progetti per il futuro dell’area industriale dello stabilimento Fiat di Termini Imerese.

Lo ha detto a margine di un incontro in Confindustria
con una delegazione del governo e delle imprese dell’India.  Il confronto che verrà aperto con i sindacati servirà “ad affrontare con loro la soluzione di questo percorso”.
“Ci sono sette soluzioni – ha detto Romani – che se andranno tutte a buon fine potrebbero portare a Termini Imerese dai 1.500 dipendenti che fino a fine anno lavoreranno per Fiat a più di 3.300 dipendenti: da uno stato di crisi ne ricaviamo una straordinaria case history di ristrutturazione e sviluppo di un’area industriale”.

I sette progetti per la riconversione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese sono, dice Romani, “compatibili tra di loro” per convivere nella stessa area industriale. “Sono stati giudicati compatibili, abbiamo studiato il tipo di insediamento e la compatibilità finanziaria, per le garanzie che gli imprenditori chiedono, e sulle condizioni dell’accordo di programma che sarà fatto a breve tra Governo e Regione siciliana”. I sette progetti sono “due nell’automotive, e cinque in altri settori”. Romani, che ne ha parlato a margine di un incontro con una delegazione di imprese e del governo dell’India, ha accennato a Fiat anche rispondendo ad una domanda sul rischio che partnership tra le imprese dei due Paesi possano penalizzare l’occupazione in Italia. “La mia non è una difesa d’ufficio di Fiat. le aziende italiane non vanno più in India per delocalizzare, quel tempo è finito”, perché la produzione è rivolta “al mercato interno” dell’India, che ha una forte domanda, e non alle esportazioni. “Anche Fiat con Tata farà questo lavoro” mentre in Italia “continuerà a fare quello che sta facendo”.


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