Tante, troppe domande. Nella lettera che il segretario della Cgil dei Medici della Sicilia, Renato Costa, ha inviato a Live Sicilia, sono tanti i punti interrogativi ancora irrisolti nella sanità siciliana. Piuttosto strano, secondo Costa, in un sistema che doveva essere dotato principalmente di “trasparenza”. Ancora domande sul “destino di quei “manager che non hanno rispettato l’obiettivo della parità di bilancio” o sul “raggiungimento di tutti gli obiettivi assegnati a tutti i direttori generali delle aziende sanitarie”. Le risposte, secondo Costa, “naufragano in alchimie politiche che poco hanno a che fare con una corretta gestione della sanità siciliana”.
Tante le promesse di un “nuovo corso” del sistema sanitario: “ Il rigore nei conti – si legge nella lettera -, ma anche l’utilizzo di grandi professionalità sanitarie e amministrative che avrebbero finalmente affrancato un martoriato sistema rendendolo efficace, efficiente, fruibile, trasparente. Il pronto soccorso ben organizzato (magari con gli standard della joint commission, tanto cari all’assessorato ma mai richiesti ai nostri ospedali) e finalmente scaricato da una medicina territoriale finalmente operativa, con liste d’attesa accettabili e con centri di prenotazione unificati efficienti ed accessibili”. Ma “nulla di tutto ciò – secondo Costa – si è verificato”. Una conclusione tratta da altre risposte, le uniche trovate dal sindacalista, lette nella quotidianità degli abitanti dell’Isola.
In primis al pronto soccorso. Qui regna “l’angoscia – scrive Costa – di essere classificato ‘codice bianco’ e di dover quindi pagare 70 euro, aspettare ore prima di essere visitato, ma soprattutto, non avere nessuna altra reale alternativa sul territorio perché non esiste e quindi o vai al pronto soccorso o ti tieni la sintomatologia perché, speriamo, tanto poi passa”.
Poi, le visite. “Se superi la fase acuta – prosegue Costa – l’indomani ti puoi sempre prenotare una visita specialistica e potrai farlo chiamando i Cup delle nostre aziende. Se sei molto fortunato parli con qualcuno che magari ti dice che per questo tipo di visite non urgenti devi richiamare a gennaio”.
Dal medico curante. “Lui ti prescrive qualche esame che ti dovrai prenotare da solo (chissà perché nelle altre regioni gli esami li prenota direttamente il medico curante e in alcuni casi addirittura le farmacie) seguendo la stessa trafila già descritta (ma non c’era il percorso assistenziale gestito dai famosi e inauguratissimi PTA?) delle prenotazioni inaccessibili”.
E, infine, gli esami. Quelli del sangue, per esempio, “riesci a farli (certo se non è fine anno e se il laboratorio convenzionato non ha esaurito il budget disponibile) ed è già qualcosa, ma gli esami strumentali, quelli no. Troppo difficile. La ricetta per avere qualche speranza deve recare la dicitura “urgente” ma il tuo medico non può scriverlo e del resto come fa? Non sa ancora quello che hai quindi… quasi quasi – conclude il sindacalista – chiamo quel mio amico …come si chiamava?”.