Il nuovo Cdu riparte da Catania| Tassone: “Serve un grande centro” - Live Sicilia

Il nuovo Cdu riparte da Catania| Tassone: “Serve un grande centro”

Il Centro Democratico Unito fa ritorno sul palcoscenico della politica, che in realtà non ha mai abbandonato.

CATANIA – Sfida al centro: il nuovo Cdu riparte dalla città etnea. Il Centro Democratico Unito fa ritorno sul palcoscenico della politica, che in verità non ha mai abbandonato. Mario Tassone, storico deputato dello scudocrociato e attuale segretario del Cdu, detta la linea: “Bisogna ricostruire un grande centro”. La compagine centrista, nata dalla scissione del Ppi nel 1995 e rifondata nel 2014, riparte dai temi della scuola e dell’inclusione sociale degli alunni con disabilità. Sabato scorso, infatti, i centristi hanno organizzato un’iniziativa catanese per raccogliere pareri sui decreti attuativi della riforma della scuola. Il prossimo passo sarà stilare una road-map in vista dei prossimi eventi elettorali. Catania sarà una piazza privilegiata del cantiere del grande centro. Nella città etnea è nata una realtà provinciale coordinata da Emanuele Pezzino e adesso gli occhi sono puntati sul governo dell’isola.

“Stiamo costruendo un’area di centro in Sicilia”, conferma Tassone che lamenta l’assenza di un grande agglomerato moderato. “Attualmente in Italia il centro è uno spazio che non occupa nessuno con problemi di rappresentanza per la piccola borghesia”. Di Alternativa Popolare nemmeno a parlarne. “Alfano è un bravo ragazzo, ma il suo partito è la sottomarca di quello di Renzi”, argomenta il segretario che guarda proprio al granaio di voti dell’ex Ncd. “La Sicilia è un grande laboratorio, speriamo che ci sia un governo che dia certezze e che non sia in balia degli umori o di cose che non hanno a che fare con la Sicilia”, dice. Tassone “vuole voltare pagina dando respiro ai progetti”. L’identikit di un possibile candidato alla presidenza? “Servono persone che non siano perdenti in partenza, ma sulle quali si possa puntare”, dice il segretario rivendicando la storia della Dc ma dicendo di guardare al futuro.

“Noi vogliamo dare una prospettiva partendo dai nostri valori anche perché è stata l’assenza di centro a produrre i Cinquestelle e l’antipolitica”, spiega. Tassone esclude tassativamente che il Pd a traino renziano possa in qualche modo diventare la nuova balena bianca. “Renzi è un estremista con il sogno di stare al centro semmai”, dice Tassone. “Centro vuol dire pacatezza, sintesi e ricomposizione politica”, chiarisce l’onorevole.  “Il Pd è il partito di Renzi. Infatti, sarebbe meglio parlare di PdR. Non so quali siano i suoi riferimenti culturali ma la sua non è una politica moderata, né democristiana”, attacca Tassone ricordando la vicenda referendaria. “Basti pensare al colpo che voleva assestare alla Costituzione”, argomenta. E anche davanti all’evidenza, cioè la storia personale e politica dell’ex premier cresciuto nei vivai della Dc, Tassone non lesina critiche. “Renzi ha sfruttato il suo status di democratico cristiano, ma la Dc non era un partito di protagonisti solitari, anzi. Si stava insieme intorno a un’idea e a una collettività: Renzi con questa storia non ha nulla a che fare”.

 


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