Il Palazzo dei consulenti - Live Sicilia

Il Palazzo dei consulenti

Costano più di un milione e mezzo di euro l'anno. Ma la spesa per i loro contratti potrebbe almeno raddoppiare. Addetti alle segreterie, addetti stampa, portavoce e comandati popolano le stanze di Palazzo dei Normanni. Chiamati direttamente dai politici. Tutti i nomi.

I costi della politica
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PALERMO – Dentro il Palazzo di vetro i consulenti esterni hanno un nome e un cognome. E relativo compenso. L’Assemblea regionale ha infatti pubblicato nelle scorse ore l’elenco dei collaboratori del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e dei componenti l’Ufficio di presidenza. Nomi già in parte resi noti da Livesicilia alcune settimane fa (nonostante qualche “resistenza” da parte dei deputati). Ma a quella lista se ne sono aggiunti di nuovi. Fedelissimi dei politici, che costano ai siciliani oltre 100 mila euro al mese. Un costo che potrebbe triplicare.

Gli uomini del presidente
Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone può contare su sei collaboratori. Per tutti loro, l’incarico ha decorrenza dal primo gennaio 2014. E non ha una scadenza. Il rapporto di collaborazione, infatti, può interrompersi solo in seguito alla revoca da parte dello stesso Ardizzone. Quattro collaboratori sono “addetti alla segreteria”. Per loro il contratto prevede dodici mensilità. Il compenso? Al lordo, per Adriano Frinchi è di duemila euro, per Paolo Alibrandi di 2.500 euro, mentre per Giorgio Muscolino e Salvatore Davì il compenso sale a 2.750 euro. Ma si sale ancora di più per il compenso degli addetti stampa e portavoce, che possono contare su ben 15 mensilità. E se per Lillo Maiolino lo stipendio è di 2.500 euro lordi, per Fabio De Pasquale, uno degli ex addetti stampa di Palazzo d’Orleans licenziati in tronco dal presidente Rosario Crocetta, il compenso sale a 5.230 lordi.

Oltre agli addetti alla segreteria, a “collaborare” col presidente dell’Ars ecco Domenico Pandolfino. Si tratta di uno dei “comandati” di Palazzo dei Normanni. Vicino all’Udc messinese, proprio come il presidente, Pandolfino riceve, oltre ai 3.071,30 euro mensili per tredici mensilità che gli spettano come rimborso dello stipendio “d’origine”, ecco anche un ritocco di 4.400 euro (sempre lordi) per dodici mesi.

I consulenti dei “vice”
Qualche volto nuovo, rispetto a pochi mesi fa, nella segreteria dell’ex grillino Antonio Venturino, vicepresidente dell’Assemblea regionale. Per i quattro collaboratori Concetta Delviana Giunta, Giuseppe Berretta, Francesca Montemagno e Marco Benanti identico compenso: 2.375 euro lordi. Sono tre invece gli addetti alla segreteria dell’altro “vice”, Salvo Pogliese (Forza Italia). Per Salvatore Di Stefano ecco 2.037 euro lordi per dodici mensilità, per Antonio Musumeci 2.250 euro lordi e per Dario Antonio Loritto tremila euro lordi.

I collaboratori dei questori
Persino più affollate le segreterie dei deputati questori. Sono sei i collaboratori di Franco Rinaldi. L’ultimo a far parte della numerosa comitiva di “segretari” è Giuseppe Di Gaetano che ha sottoscritto il primo di ottobre un contratto che prevede un compenso di 1.781,25 euro lordi per dodici mensilità. A metà del 2013 invece nella segreteria del politico messinese erano arrivati Paolo Conti (1.125 euro lordi) e Sarah Cerretti (appena 656,25 euro lordi). Più “costosi” i contratti sottoscritti a inizio legislatura dal deputato: per Roberto Giunta, Domenico Fazio e Piero Poguish ecco uno stipendio di 3.096 euro lordi.

Sono sette invece i collaboratori di Paolo Ruggirello. Uno in più rispetto a Rinaldi, ma dal costo complessivo inferiore. Mentre infatti i collaboratori del parlamentare Pd costano oltre dodici mila euro al mese, quelli del deputato di Articolo 4 “pesano” circa duemila euro in meno al mese. In questo caso tutti i contratti sono stati sottoscritti nel 2013. Le “ultime arrivate” nella segreteria di Ruggirello – incarico che risale al dicembre scorso – sono Gabriella Sveglia e Ilenia Amato. Per la prima (che si occuperà dei rapporti tra la segreteria e i rappresentanti dei gruppi sociali) contratto da 2.143 euro lordi al mese. Per la seconda, chiamata per collaborare alla “redazione di progetti nell’ambito del processo di valutazione rischi negli ambienti di lavoro”, ecco 1.787 euro lordi. Ad Alessandra Augugliaro – in carica dal gennaio dell’anno scorso – stipendio da 2.450 euro lordi, per Giuseppe Zummo ecco 1.700 euro lordi. Mille euro lordi invece ad Antonella Lusseri, Marco Borzacchelli e Daniela Barbara.

Ma tra i deputati questori è Salvatore Oddo (Megafono) il parlamentare che ha distribuito il maggior numero di incarichi esterni. Sono otto gli addetti alla segreteria, ai quali si aggiunge anche un “comandato”. I “segretari” di Oddo sono stati “contrattualizzati” tutti il primo gennaio. A Pasquale Alessandro Gallo vanno 2.425 euro lordi. Per Serena Laoria, Maria Cristina Millocca, Leonardo Marino e Vito Oddo 1.733,75 euro lordi; a Giuseppe Alastra vanno 2.425 euro lordi, a Giacoma Brunella Parigi 1.940 euro lordi e a Leonardo Accardo vanno 1.655 euro lordi. Come detto, però, a Oddo, deputato fedelissimo del presidente Crocetta, governatore che ha fatto della “spending review” un cavallo di battaglia, otto collaboratori non bastano. Così, ecco anche la ricerca di un “comandato”: si tratta di Paola Daniela Virgilio. Per lei 2.708,37 euro lordi per 13 mensilità.

La “radice quadrata” di un segretario
Chissà cosa significhi essere il segretario di un segretario. Fatto sta che questa sorta di “radice quadrata” di un segretario, appunto, è abbastanza diffusa a Palazzo dei Normanni.

Anthony Barbagallo (Pd), ad esempio, fa ricorso a cinque addetti alla segreteria: Salvatore Francesco Corsaro (2.727,50 euro lordi lo stipendio mensile), Giuseppe Ascenzio Galletta (1.598,75 euro lordi), Francesco Laudani (920 euro lordi), Domenico Pirrone (990 euro lordi) e Salvatore Claudio Nicosia (1.148,75 euro lordi).

Orazio Ragusa (Udc), invece, fa ricorso alla collaborazione di quattro addetti alla segreteria: duemila euro lordi vanno a Maurizio e Marianna Buscema, 2.400 euro lordi a Giuseppe Causarano e 800 euro lordi a Carmelo Storaci. Sono due invece i “segretari”di Dino Fiorenza (Pds). Per Elena Mancuso ecco 1.640 euro lordi, mentre Fabio Di Maria si deve accontentare di 700 euro lordi al mese. All’onorevole Luisa Lantieri servono invece tre collaboratori. Insomma, i segretari del segretario di Grande Sud sono tanti quanti gli stessi deputati miccicheiani. A Vito Raso va uno stipendio di 2.425 euro lordi per dodici mensilità, a Ivan Calcagno 970 euro lordi, a Gesualda Francesca Perspicace ecco 1.212,50 euro lordi. Due deputati, ma molto “costosi” per Salvatore Lo Giudice: a Nello Lombardo e Pietro Albanese ecco un compenso lordo di 3.692,06 euro.

I segretari dell’ex
Persino l’ex presidente dell’Assemblea regionale ha “diritto” ad alcuni collaboratori. Il “past president” in questione è Francesco Cascio (Nuovo centrodestra) che ha chiamato come addetto alla segreteria Marcello Schifaudo (2.500 euro lordi al mese) mentre ha confermato Maria Grazia Elfio nel ruolo di addetto stampa. Per lei stipendio da 2.125 euro lordi mensili.

Si tratta in tutti i casi di lavoratori pagati di “tasca propria” dai siciliani. Anche i loro stipendi sono garantiti, infatti, dai Fondi che la Regione ogni anno assegna a Palazzo dei Normanni. Ogni mese, l’Ars stacca un assegno superiore – solo per i collaboratori di cui abbiamo detto – superiore a 113 mila euro. In un anno, considerate tredicesime, quattordicesime e quindicesime, si supera la cifra del milione e mezzo di euro. Una cifra che potrà sembrare enorme, ma che è destinata a crescere, invece. Nel bilancio interno di previsione per il 2014, infatti, l’Ars per il “personale addetto alle segreterie particolari” ha stanziato una cifra di 2,854 milioni di euro. Con un taglio di 179 mila euro rispetto all’anno precedente. A questi vanno aggiunti circa 400 mila euro per altre consulenze e per gli esperti delle Commissioni parlamentari. E così, gli esterni del parlamento siciliano che si aggiungono, per intenderci, ai dipendenti dei singoli gruppi parlamentari, finiranno per costare ai siciliani tre milioni e mezzo di euro l’anno. Il Palazzo sarà pure di vetro, insomma. Ma è vetro finissimo. E costoso.


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