PALERMO – La P è un faro di luce nella notte dell’automobilista a caccia di un parcheggio. E mentre percorri la strada che costeggia sul lato sinistro la Villa Bonanno, a pochi passi dalla Questura, e su quello destro il Palazzo dei Normanni, continui a ripeterti: “Quando l’hanno costruito questo parcheggio”. Infatti non l’hanno costruito. È uscito dal cilindro di due parcheggiatori abusivi. Lo capisci quando hai ormai la P ad un palmo di naso. È un cartello stradale strappato chissà dove in giro per la città e piazzato su una piccola sedia bianca con tanto di scritta “qui”. A fargli compagnia, onde evitare possibili scrupoli di coscienza nell’automobilista, una bella freccia messa lì a stroncare ogni dubbio. Se vuoi parcheggiare è proprio la freccia che devi seguire.
Seguire l’indicazione per dove? No, non può essere. Il più tommasiano degli automobilisti, quello che non ci crederà fino a quando non avrà tirato il freno a mano nel suo bel posto, viene guidato da una voce “prego, prego da questa parte”. E così la macchina supera la sbarra che solitamente impedisce l’accesso al Palazzo dei Normanni. Perché è proprio oltre quella sbarra, dove iniziano il percorso e le scalinate che conducono in piazza del Parlamento, che i due abusivi hanno organizzato il parcheggio del sabato sera. I posteggiatori non hanno un tariffario fisso. Ti chiedono “i soldi per un caffè”. Decine e decine di posti auto, oltre la guardiola dove di giorno i portieri ti chiedono chi sei e dove vai. Di sera, invece, diventa un porto franco. Nessun controllo. Per la verità i parcheggiatori abusivi lavoravano indisturbati anche in piazza Marina dove ad accogliere gli automobilisti ci sono pattuglie di nord africani in combutta con i palermitani. E palermitani sono i tizi davanti all’Ars. La loro è una sfida, probabilmente inconsapevole, al potere. Se ne infischiano che l’Ars sia la sede del parlamento regionale che il potere politico ospita. O forse, molto più semplicemente, non sono abituati a porsi il problema del rispetto delle regole. Quella P ne è la testimonianza.
Oppure, la cronaca della serata ci impone di registrare anche questa testimonianza, ha ragione il ragazzetto che, dopo avere parcheggiato, si dirige verso l’Albergheria, tappa della nuova movida palermitana: “Perché non ci pensavano loro”. Chi avrebbe dovuto pensare e a che cosa? “Loro, i politici, a fare un parcheggio, qui. Invece di tenerlo chiuso”.