Il perfido Zamparino - Live Sicilia

Il perfido Zamparino

Il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini

Il Palermo paga una detronizzazione: quella di cui fu vittima Zamparini, scalzato dal perfido fratello gemello Zamparino. Ma non c'è da preoccuparsi: nell'attesa del radioso futuro, che arriverà, i rosa perdono due a zero a San Siro col Milan.

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PALERMO – Dalle parti del centro ‘Conca d’oro’, per ironia del destino, la mano di un rivoluzionario ignoto ha vergato la seguente parafrasi: “Zamparini, hai rotto il c…”. Scorreranno gli anni. Il Palermo vincerà la Champions League, sarà eletto un Papa palermitano che prenderà il nome di ‘Cicciuzzo I’. Gli svizzeri emigreranno in Sicilia, per trovare lavoro. Ma quel monito resterà, forse slavato. Un ignoto passante si domanderà stupito: chi era ‘sto Zamparini? E che ha combinato? Tornerà a casa. Digiterà su questo sito la seguente scritta. E leggerà il romanzo rosanero.

C’era una volta un imperatore friulano che si innamorò di Palermo. No, non di una donna. Del sole, del mare e della pasta con le cozze di Mondello. Decise di regalare qualcosa al suo amore. Comprò la squadra di calcio della suddetta città, per innalzarla. Noi, abitanti di un borgo pallonarmente depresso, vedemmo piombare quaggiù campioni mai ammirati: Maniero che ebbe la ventura di segnare perfino un gol di gluteo all’inclito portiere Di Bitonto. Zauli, autore munifico di fantasticherie e pallonetti, Berti, portiere quadrumane, Corini, il Napoleone del centrocampo, Pastore, il poeta dell’assist. E vedemmo ancora di più gli allenatori a frotte. Guidolin che rideva a ogni dimissione di Papa. Del Neri che parlava in un idioma sconosciuto. Delio Rossi che andò via e impazzì, fino a tentare di strangolare successivamente uno dei suoi giocatori seduti in panchina.

E poi che successe? Ahi, successe che Zamparini fu detronizzato dal suo perfido fratello gemello Zamparino. E nessuno se ne accorse, Costui, segreto tifoso del Catania, si mise in mente di distruggere lo squadrone rosanero. Indi, raccattò una tenera caterva di allocchi, tra il Circo Togni e la pensione di Biagio Conte. Gli mise la magliettina rosanero. Li mandò in campo, gustandosi le loro sconfitte. In più, chiamò al capezzale della compagine malata tre allenatori e li fece ruotare per sette anni, con gusto sadico, come il gioco delle tre carte. Ecco perché il Palermo conobbe la retrocessione in B e un ignoto polemista, nulla sapendo del gemello malvagio, vergò la scritta di cui sopra. Cosa accadde dopo? Che Zamparini, quello vero, tornò. Rinchiuse il fratello in una segreta dello stadio ‘Barbera’. E tutti vissero felici e contenti.

Ps. Nell’attesa del radioso futuro, il Palermo ha perso due a zero a San Siro col Milan. Ma non c’è da preoccuparsi.


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