Il "pollice verde" di Cosa nostra |Produzioni di "erba" tra gli agrumeti - Live Sicilia

Il “pollice verde” di Cosa nostra |Produzioni di “erba” tra gli agrumeti

Migliaia le piantine sequestrate negli ultimi mesi dalle forze dell'ordine.

Piantagioni di marijuana
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CATANIA – Cosa nostra si organizza e punta sulla coltivazione “in house” della marijuana. Un’operazione meno pericolosa rispetto a quella di trasportare tonnellate di “erba” stipate in pescherecci. La forza delle azioni investigative della magistratura siciliana ha portato i clan specializzati nel narcotraffico a trovare soluzioni alternative. Come quello della coltivazione diretta della cannabis. In fondo, come scrivono gli stessi investigatori nella Dia nell’ultima relazione semestrale, la Sicilia offre un “clima adatto” per far attecchire le delicate piante di marijuana. E se nel palermitano, come dimostrano alcune inchieste antimafia, il fenomeno criminale è già abbastanza radicato e diffuso anche nella Sicilia orientale pare prendere piede. La piana di Catania con i suoi agrumeti e i boschi dell’Etna offrono uno scenario ideale per coltivare “la maria” lontani da occhi indiscreti. Le forze dell’ordine hanno sequestrato coltivazioni anche tra le serre dei pomodori nel ragusano.

Ma torniamo alle falde dell’Etna. “Nel catanese sono da segnalare le produzioni e  rinvenimenti di talune varietà cannabinoidee inconsuete (come quella convenzionalmente denominata “skunk”), con una elevata concentrazione di principio attivo”, si legge nella relazione della Dia che analizza i risultati investigativi dell’ultimo semestre 2016. Ma mettendo in fila alcune dei sequestri degli ultimi mesi, basterebbe solo guardare da luglio ad oggi, si comprende bene come le campagne catanesi potrebbero ospitare piantagioni di importanti proporzioni. Coltivazioni, stile sud america, utili a soddisfare le richieste delle piazze di spaccio gestite dai clan.

In estate la polizia del Commissariato di Librino ha sequestrato a Centuripe oltre 2600 piantine di cui 1080 di piante di “skunk”. Servivano a rifornire i pusher di Librino. E la storia recente della mafia catanese ci insegna che la città dormitorio di Catania è una delle roccaforti della droga dei clan etnei: Santapaola, Cappello e Cursoti-Milanesi. Alcune volte aggregati in un “cartello”. Tra i filari di agrumeti di Scordia solo pochi giorni fa è stata scoperta un’altra piantagione di oltre 2500 piante. Ancora sono in corso le indagini per comprendere chi si occupava della coltivazione e cura delle piante di marijuana. Ma viste le dimensioni: il collegamento al mercato della droga gestito dalle consorterie mafiose è molto probabile. A luglio oltre 7700 piante sono state sequestrate della Squadra Mobile a Palagonia all’interno di un agrumeto. 

Le organizzazioni camorristiche e le ‘ndrine già da alcuni anni hanno deciso di investire nelle coltivazioni dirette. Imitando i cartelli del narcotraffico sudamericani. Si arriva ad affittare terreni da destinare alla produzione di marijuana. E’ ancora presto per accertare se le stesse modalità sono operative anche tra le cosche catanesi.

 


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