Il posto di Fratel Biagio è ancora qui, nella ‘Casa di preghiera per tutti i popoli’. Anche Palermo è qui, per ora, soprattutto con il pensiero e con il cuore: via Decollati si sta attrezzando per le visite e darà notizie in merito. Al momento è meglio una carezza fisicamente da lontano. “Grazie a fratel, Biagio Palermo si scopre migliore, più generosa. Come se si respirasse un’aria diversa”, dice Riccardo Rossi, il comunicatore sociale della Missione. Nella foto, ecco Martino che ha accompagnato Biagio Conte in molti dei suoi pellegrinaggi.
Non c’è ombra di vera separazione, questo si avverte. Palermo vuole costruire una memoria che non sia friabile, dopo essere stata, per settimane, legata all’esperienza della malattia e della morte di un uomo con il saio, i sandali e uno sguardo azzurro come il cielo. Sono giorni attraversati dalla speranza di un legame che continua. E basta riannodare il filo degli eventi recenti per rendersene conto. Chi è stato in via Decollati, nelle ultime settimane, ha potuto annotare la vicinanza di tante persone nelle varie fasi di una vicenda che ha toccato il cuore di tutti.
C’è stato un viavai incessante, intorno alla stanza trasformata in infermeria, per ascoltare la Messa, nel giardino, al mattino, o per partecipare al rosario del pomeriggio, quando ancora il distacco non si era consumato. C’è stata una moltitudine che ha camminato fino alla camera ardente. Lunedì sera, un corteo straripante ha sollevato il feretro per portarlo in Cattedrale, la sede dei funerali. Martedì mattina, le esequie con migliaia di partecipanti, a testimonianza di un sentimento che il tempo non eroderà.
Palermo non vuole vedere andare via il suo Biagio. Tutti sono rimasti colpiti dal messaggio delle nipoti, letto durante le esequie, con la voce che tremava. “Era la sera del 5 maggio del 1990 quando lasciasti la tua casa, la tua famiglia, la tua stanza colma di libri, sulla scrivania una lettera di saluto. Da lì è iniziato il tuo cammino, fatto di domande, perché da giovane sentivi una grande sofferenza a cui non sapevi dare una spiegazione razionale. Le persone si stupiscono che un solo uomo abbia potuto fare tutto questo, ma tu non eri solo. Sai zio, Fratello Biagio, noi giovani viviamo un po’ quello che hai vissuto tu: cerchiamo risposte per il futuro…”.
C’è, in questo grido dell’anima, familiare e collettivo, la certezza di un orizzonte. Biagio che non era solo non sarà mai solo. Lo ritroveremo ogni volta che ci incammineremo verso di lui, accompagnati dai suoi occhi azzurri come il cielo. (Roberto Puglisi)