CALTANISSETTA – “Dissi al pm Palma che il giorno della strage di via D’Amelio mio marito era stato sempre a casa, lei provò a obiettare che magari era uscito mentre dormivo, ma le spiegai che era impossibile perché non si alzava se non lo svegliavo. Le riferii anche che Scarantino mi aveva confessato che con l’attentato non c’entrava, ma mi rispose che per loro era coinvolto”. Fa il nome dell’ex pm Anna Palma, Rosalia Scarantino, moglie del falso pentito che depistò l’inchiesta sulla strage di via D’Amelio. La teste, sentita oggi al quarto processo per l’eccidio, in corso a Caltanissetta, ha raccontato di diverse visite dei pm Palma e Carmelo Petralia, allora in servizio a Caltanissetta, dopo la ritrattazione che il pentito fece nel corso di una intervista tv. “Loro sapevano che i mio ex non c’entrava nulla, – ha spiegato – perché non era credibile. Se questa cosa è stata costruita penso che loro sapessero tutto”. La Basile ha anche raccontato che dopo la smentita televisiva voleva tornare a Palermo e lasciarlo, ma che subì pressioni anche da parte dei pm che avrebbero cercato di toglierle i bambini. “Fecero di tutto per trattenermi e farmi tornare con lui”, ha detto.
La donna ha raccontato poi di avere assistito a una vera e propria aggressione subita dall’ex marito che aveva deciso di ritrattare, in un’intervista tv a Studio Aperto le accuse, e si rifiutava di rendere interrogatorio con l’allora pm Carmelo (rpt Carmelo e non Bernardo) Petralia. “Mario Bo ed altri – ha detto – lo minacciarono con la pistola e lo picchiarono davanti a me e ai bambini”. Al falso pentito, inoltre, sarebbero stati consegnati documenti da studiare prima della deposizione al primo processo per la strage Borsellino. “Gli facevano ripassare un copione, tipo film. – ha raccontato riferendosi a poliziotti del gruppo di La Barbera -. Ricordo, ad esempio, uno che si chiamava Fabrizio. Le carte, mi disse il mio ex, gliele aveva fatte avere Petralia”. Nonostante la ritrattazione in tv Scarantino venne poi interrogato dal pm. “Mi raccontò che il verbale l’aveva scritto Petralia e poi lui si era limitato a firmarlo”.