Violenze e intimidazioni tra detenuti, in particolare nelle carceri di Lorusso e Cutugno a Torino e quello di Regina Coeli a Roma, e un sovraffollamento in tutti gli istituti di pena che arriva al 152% nella prigione di Monza. È quanto denuncia il Cpt, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa, nel rapporto basato sulla visita condotta un anno fa, in cui torna a domandare anche l’abolizione dell’isolamento diurno e il riesame della gestione dei detenuti sottoposti al regime “41-bis”. Strasburgo chiede inoltre di migliorare le condizioni di vita dei detenuti, e misure specifiche per le donne e i transessuali in prigione.
Le testimonianze di violenze tra detenuti raccolte dal Cpt durante la visita riguardano soprattutto pestaggi con pugni e calci, anche se in un carcere l’organo del Consiglio d’Europa ha incontrato una persona che era stata pugnalata alla gamba e ha dovuto subire tra l’altro 20 punti di sutura.
Nel rapporto si osserva che i carcerati dicono di sentirsi insicuri e affermano di non avere il supporto degli agenti penitenziari, che spesso si trovano fuori dalle sezioni e quindi vengono a conoscenza di quanto è accaduto solo dopo grazie alla segnalazione dei detenuti. Il Cpt ritiene che una delle risposte adeguate a limitare la violenza tra detenuti è quella di promuovere un vero sistema di sorveglianza dinamica da parte del personale penitenziario. Per quanto riguarda invece il sovraffollamento, il Cpt evidenzia che un carcere in cui il 90% dei posti è occupato indica già l’insorgenza del problema. S
trasburgo non è convinto che la soluzione sia aumentare i posti negli istituti di pena ma piuttosto invita le autorità ad adottare una strategia coerente più ampia, che copra sia l’ammissione in carcere sia il rilascio, per assicurare che la detenzione sia veramente la misura di ultima istanza.
Intanto continua a essere centrale il caso Cospito che con la sua protesta ha acceso i fari sul 41 bis.
La procuratrice generale di Milano Francesca Nanni e il sostituto pg Nicola Balice hanno dato parere negativo alla richiesta di differimento pena, con detenzione domiciliare, presentata da Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis da oltre 5 mesi. Dopo l’udienza che si è tenuta stamani all’ospedale San Paolo di Milano, i giudici della sorveglianza avranno cinque giorni di tempo per decidere sull’istanza.