Monsignor Antonio Raspanti oggi è stato sentito come teste nel processo sugli abusi sessuali alle minorenni adepte della comunità di Lavina, ad Aci Bonaccorsi. Il vescovo di Acireale, che con l’arcidiocesi si è costituito parte civile con l’avvocato Giampiero Torrisi, ha evidenziato come oltre ad alcune voci e sospetti non ci fosse contezza di quanto avveniva all’interno dell’Associazione cattolica cultura ed ambiente (Acca). Anche da un controllo documentale non è emersa alcuna constatazione concreta di quello che poi è emerso dall’inchiesta 12 apostoli della polizia postale. Un’indagine partita da alcune coraggiose denunce, soprattutto delle mamme delle vittime.
La testimonianza è arrivata nel troncone principale del processo, quello che vede imputati il ‘santone’ Pietro Capuana, accusato di aver abusato delle ragazzine con la ‘copertura’ di essere quasi la reincarnazione dell’arcangelo, e le tre ancelle Fabiola Raciti, Rosaria Giuffrida e Katia Concetta Scarpignato che avrebbero soggiogato le giovani affinché cedessero alle richieste del settantenne. L’udienza è continuata con l’esame di una mamma che ha raccontato delle violenze subite dalla figlia, oggi maggiorenne, decenni fa. E dopo la scoperta di aver lasciato la comunità e di essersi rivolta alla chiesa catanese. Ma non avrebbe ricevuto alcun ascolto e supporto.
Un processo difficile per le ragazze vittime, che sono state ascoltate attraverso l’istituto dell’incidente probatorio (cuore probatorio di tutto l’apparato accusatorio). Le giovani e le famiglie hanno deciso di costituirsi parte civile: ad assisterle gli avvocati Tommaso Tamburino, Salvo Pace, Sergio Ziccone, Francesco Laurino e Tania Occhipinti. Si avviano alle fasi conclusive gli altri due tronconi processuali, quello abbreviato si concluderà – salvo sorprese – il prossimo 28 febbraio. Il gup dovrà decidere su Salvatore Torrisi, ex presidente di Acca, accusato di favoreggiamento. Stesso reato contestato a Mimmo Rotella, marito di una delle ‘ancelle, e il sacerdote Orazio Caputo che stanno affrontando il rito ordinario davanti al Tribunale.