GELA (CALTANISSETTA)- Società di comodo per favorire il lavoro nero e “cartiere” per produrre fatture false. Un’organizzazione strutturata con “compiti e modalità del crimine professionali” l’hanno definita i Carabinieri del reparto territoriale di Gela che in un’operazione internazionale hanno ricostruito e accertato i “giochetti” di società, 15 in tutto, che nel giro di dieci mesi venivano chiuse al solo scopo di evadere il fisco. Nove i mandati di cattura che i militari, in collaborazione con la Polizia tedesca di Colonia hanno eseguito tra Germania, Olanda e Italia.
I cervelli dell’organizzazione erano due emigrati siciliani, originari di Niscemi ma da anni residenti in Germania. Si tratta di Rocco Morgana, 24 anni e Salvatore Benintende, 68. Quest’ultimo noto alle forze dell’ordine per reati di mafia. Assieme a loro altri 7 arrestati: 6 in Germania e uno in Olanda.
Secondo gli inquirenti, che hanno lavorato a questa indagine per cinque mesi, la banda avrebbe evaso 17 milioni di euro tramite le società costituite e sciolte in poco meno di un anno; un milione e mezzo circa l’importo incassato solo nel 2014 dalle società cartiera, che si occupavano di generare fatture false che venivano utilizzate dai clienti della società di comodo per dichiarare al fisco costi maggiori rispetto a quelli effettivamente affrontati.
Il meccanismo ha permesso così di creare fondi neri, frutto dell’evasione dell’iva, con i quali venivano pagati gli operai, che prestavano servizio senza regolare contratto e finanziate altre attività illecite. Le false fatture venivano pagate con bonifici alla società di comodo che ristornava al cliente quasi l’intero ammontare dell’importo; il 10% della somma veniva poi trattenuta dagli arrestati che la investivano in Italia o la facevano transitare su conti correnti in banche italiane intestati a parenti. L’operazione ribattezzata “Ferro” ha portato anche al sequestro a Niscemi di tre immobili e un terreno di 2000 metri quadri e due conti correnti, per un valore complessivo di un milione di euro, riconducibili ad uno degli indagati ammanettato in Olanda.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi del pretore di Colonia. I sequestri sono stati ordinati per rogatoria dal Gip di Gela; i mandati di arresto europeo sono stati ratificati in Italia dalla Corte d’Appello di Caltanissetta. Gli indagati, che a vario titolo, dovranno rispondere di evasione fiscale in concorso, omesso versamento dei contributi previdenziali e dell’associazione sugli infortuni sul lavoro, appropriazione indebita di retribuzione e contributi dei lavoratori, sono stati rinchiusi nel carcere di contrada Balate a Gela.